Adidas Cup, in campo grandi ex e stelle del rock

Tra i protagonisti «vecchie glorie» come Nava, Vialli , Evani, Leonardo e Vierchowod. Nugoli di fans sulle tracce di Eros Ramazzotti e Kakà

Gian Piero Scevola

Pensi a un torneo amatoriale, così così, tanto per divertirsi un po’ e ti trovi invece davanti a una maxi manifestazione di calcio a 7 mai vista in passato. L’Adidas Cup, fortemente voluta dalla Fondazione Milan, con iscrizioni e incasso devoluti in beneficenza, ha preso il via giovedì sera a Milano sui campi in erba sintetica del centro Masseroni Marchese e il primo impatto è stato da choc. Mettete insieme, tutti in una sera: Kakà che dà il calcio d’inizio; Eros Ramazzotti che non canta ma si permette di dare lezioni di football; Chicco Evani che con le sue bordate ammorbidisce le ambizioni della squadra del Giornale; Maurizio Ganz, 38enne d’assalto, che gioca ancora nella Pro Vercelli ma che qui si presenta in veste di mister; un certo Leonardo de Araujo, sì proprio lui, il grande fantasista del Milan, che dispensa tocchi di classe e gol di rara bellezza.
Pensate che sia finita qui? Niente da fare, perché lo spettacolo continua con tanti altri grandi ex del passato che, visto come si trovano fisicamente, potrebbero riprendere a giocare nel calcio che conta da un momento all’altro. Pensate a Ielpo, Angelo Carbone, Nava, Gambaro, Vierchowod, Lombardo, Crippa, Franceschetti, Salsano, Vialli, Mihajlovic, Massaro, Filippo Galli, Cauet e a personaggi dello spettacolo come Fabrizio Fontana, Max Pisu e l’ultimo vincitore del Grande Fratello, Augusto De Megni che, considerato un portiere super quando era chiuso nella «casa», ora che è fuori, con la squadra Adidas alza 15 volte bandiera bianca davanti agli scatenati Citizens of Humanity guidati dall’ex interista Cauet.
Già, un torneo così non esiste davvero, perché l’entusiasmo della prima serata, con nugoli di cacciatori di autografi sulle tracce di Kakà, Ramazzotti e di tutti gli altri “grandi ex”, è destinato a ripetersi anche per le prossime 21 giornate, tutte di giovedì, con l’aggiunta dei playoff che si disputeranno a Milanello e con finalissima nel tempio del calcio, San Siro, tanto per intenderci. E se ne sono viste di belle, con l’avvincente gara inaugurale tra Radiorama di Ramazzotti e Atahotels di Paolo Ligresti, un 3-2 per il bell’Eros dopo una gara combattuta, grintosa, in certi frangenti anche cattiva, con Bottoni e Bellio ammoniti, ma decisa dalle prodezze di Leonardo. Le partite spettacolo non sono mancate e anche se qualche risultato può apparire altisonante (il 10-3 della Banca Mediolanum, l’8-5 di Media Partners su Sky, il 7-5 di Studio Izzi), con i valori tecnici già ben delineati, il torneo è lungo e gli equilibri sono tutti da scoprire. C’è anche Il Giornale, con i nostri giornalisti Ruzzo, Pelliccetti, Buzzatti, De Bellis, Ranzani, Brocco, Francioso, con il mister Massimo Veronese e un gruppo di amici «acquisiti» per dare un tono di squadra vera a noi giornalisti «dopolavoristi», più abituati alle partite tra scapoli e ammogliati che non alle sfide con i grandi ex. E allora capitan Andrea Manzoni ha portato a vestire la maglia bianca del Giornale: Fusco, Mutinelli, Grosselli, Lastella, Rossi, Gelosi, l’ex nazionale marocchino Medhoun. Con il valore aggiunto di Davide Berlusconi, figlio di Paolo che, guarda caso, è autore dell’unico gol del Giornale alla forte Epicas (3 reti di Evani, una di Vierchowod e Tarozzi).

Ma se dovessero arrivare Fabrizio Ravanelli, Pietro Paolo Virdis e Giuseppe Baresi, ecco che anche il Giornale potrebbe davvero diventare protagonista dell’Adidas Cup. L’appuntamento (e la sorpresa) è per il prossimo giovedì.

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