da Milano
Fino allultimo istante Aem ha rischiato di essere abbandonata allaltare da Asm, ma lunedì il matrimonio Milano-Brescia per creare una grande super-utility del nord Italia si farà. Laccordo quadro è stato raggiunto ieri solo dopo un serrato lavoro di mediazione «politica» per limare nuove divergenze sul concambio e sulla governance che sembravano essere sul punto di fare crollare lintero impianto frutto di sette mesi di trattative estenuanti. Anche se i consigli di amministrazione erano in pre-allerta da giovedì, il board di Aem si è così risolto in un nulla di fatto mentre quello di Asm è saltato. A meno di ripensamenti, i cda torneranno tuttavia a riunirsi domani mattina, o forse già oggi, per firmare la sospirata alleanza energetica. Stesso passaggio anche per le due Giunte guidate rispettivamente da Letizia Moratti («Parlerò quando potrò farlo») e Paolo Corsini. Quindi la comunicazione al mercato, in attesa della quale Aem e Asm saranno sospese dal listino in Piazza Affari.
Lesito sarà la nascita del terzo gruppo dellenergia del Paese (9 miliardi la capitalizzazione pro-forma): laggregato sarà saldamente controllato (55% circa) in forma paritetica dai Comuni di Milano e da quello di Brescia. Entrambi in un secondo momento dovrebbero però diluirsi attestandosi a un soffio dalla maggioranza assoluta: oggi Milano detiene il 43% di Aem e Brescia il 69% di Asm. Malgrado venerdì davanti agli advisor e ai tecnici le distanze fossero ancora notevoli (presenti il vicesindaco di Brescia, Luigi Morgano e il city manager di Milano, Giampiero Borghini) è stato quindi sciolto anche il nodo sul concambio. Lincastro dovrebbe avvenire a metà della forchetta di 1,5-1,7 azioni Aem per ogni titolo Asm, previa la distribuzione di un dividendo straordinario per i soci bresciani. Il tiro alla fune sulla governance dovrebbe invece concludersi affidando allattuale numero uno di Asm Renzo Capra la presidenza del consiglio di sorveglianza e a Giuliano Zuccoli quella del consiglio di gestione.
Il top manager di Aem concentrerà, tuttavia, nelle proprie mani anche la quasi totalità delle deleghe operative secondo uno schema di governance duale dove con ogni probabilità la figura dellamministratore delegato sarà sostituita da quella di due direttori generali: uno «in quota» Milano e uno in quota Brescia. La duplicazione sarebbe giudicata «barocca» da alcuni osservatori critici anche verso un consiglio di gestione «allargato» e forse eletto non dal consiglio di sorveglianza ma direttamente dallassemblea dei soci. Dove i Comuni di Milano e Brescia saranno egemoni. Ecco perchè è probabile che nel cda di Asm loperazione sia approvata solamente a maggioranza.
Apposta la firma allaccordo, lidea è quella di recuperare almeno parte del tempo perso dalla «politica», convocando entro un mese le assemblee dei soci. In autunno, una volta avviati i «cantieri» per lintegrazione, è invece atteso il piano industriale e il nuovo nome dellaggregato.