Aereo in ritardo, Biasotti astenuto

Aereo in ritardo, Biasotti astenuto

Tutta colpa di un aereo in ritardo se al centrodestra è venuto a mancare un voto sicuro, già promesso in campagna elettorale e confermato più volte alla vigilia dell’apertura dei seggi: è il voto - duplice, Camera e Senato, vista l’età non verdissima, ma gagliardamente portata - dell’ex presidente della Regione Sandro Biasotti, che non è riuscito a raggiungere in tempo il proprio seggio in Albaro e ha dovuto rinunciare a esprimersi. Nessuna dietrologia in proposito: l’ex governatore, oggi tornato imprenditore (domani chissà), si è goduto fino all’ultimo il fine settimana di relax in Sardegna, suo buen retiro abituale ricarica-batterie, ma ha regolarmente prenotato il volo di ritorno sotto la Lanterna per ieri mattina. Succede: Air Meridiana, la compagnia che collega l’isola al continente, è tradizionalmente affidabilissima, ma non può ovviare saltuariamente - come tutti - a piccoli imprevisti, per motivi tecnici, burocratici, meteorologici.
È quanto dev’essere capitato ieri, conferma Biasotti, che ha visto sgretolarsi a poco a poco la convinzione di risultare se non decisivo, almeno indispensabile alla causa della Casa. Prima una lunga attesa in aeroporto, poi un soprassalto di fiducia quando hanno chiamato l’imbarco, infine la delusione senza speranza quando s’è sentito il comandante annunciare: «Gentili signore e signori, stiamo per atterrare all’aeroporto Cristoforo Colombo. La temperatura al suolo è di sedici gradi, il tempo è piovoso, e soprattutto sono da poco passate le 15. Buongiorno».

Buongiorno? «Buonanotte - è sbottato Biasotti -. Adesso come faccio a dirlo a quei due, Silvio e Gianfranco? Ci tenevano tanto, al mio voto. Pazienza. Sarà per un’altra volta». Magari quando lo faranno finalmente candidato.

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