da Milano
Il capo entra in ufficio e guarda i suoi uomini. E ciò che vede non gli piace: caos, egoismo, invidia, superbia. Cè quello che simbosca e quello che fa il furbo. Ci sono amori nati male e ruggini che non vanno più via. Cè lanziano di turno che detesta lultimo arrivato. Cè la donna che lusinga e quella che si nasconde. Ci sono anime diverse, ognuna con i propri sogni sfumati, i problemi di casa, la mente stanca, il corpo che invecchia. Sono pezzi di un mondo che non sincastra, ognuno perso dentro i fatti suoi. Tutti i capi hanno cercato lequazione magica, quasi tutti si sono arresi. È per questo, forse, che alcuni hanno deciso di voltarsi indietro e di cercare nel passato la soluzione. Ed è lì, intorno allanno Mille, che hanno incontrato la Regola. Le parole che San Benedetto da Norcia, nellabbazia di Montecassino, ha dettato ai suoi monaci. Quella che si può riassumere nellora et labora, ma che nasconde il segreto su come far funzionare una comunità di uomini. Massimo Folder su questa storia ha scritto Lorganizzazione perfetta: la regola di San Benedetto (Guerini e associati). San Benedetto da Norcia tiene a bada le ambizioni: «Se alcuno si leva in superbia vanga corretto uno, due, tre volte. Se non si vorrà emendare sia tolto dallufficio e sostituito da un altro che ne sia degno». San Benedetto e la scelta del vice: «Avviene spesso nei monasteri che lordinazione dei priori dia origine a gravi scandali, poiché taluni gonfi di uno spirito maligno dorgoglio, credendosi secondi abati, fomentano gli scandali e provocano scissioni nella comunità».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.