Affittopoli, è polemica sulla lista senza nomi

Critiche per l’elenco dei 399 beni demaniali del Comune pubblicato senza i riferimenti degli intestatari dei contratti. Mardegan (Pdl): «Così è inutile». Iezzi (Lega): «I cittadini devono sapere». La Moratti: «La privacy lo impedisce»

Un trilocale di 90 metri quadrati in Piazza Duomo co­sta 365 euro al mese, un mi­niappartamento in via Fosco­lo 151 euro al mese, 76 metri quadrati nella centralissima via Dogana si affittano a 207 euro. Pochi passi più in là un ufficio di oltre 500 metri qua­d­rati in piazza Castello è in lo­cazione a meno di 3mila eu­ro. Ma le cose non cambiano in periferia: un piccolo allog­gio di 40 mq nella decentrata via Chiesa Rossa è affittata a meno di dieci euro al mese. Sono solo alcuni dei casi che spiccano nella lista pubblica­ta da Palazzo Marino sul pro­prio sito, dove compaiono 399 immobili demaniali che non rientrano nel patrimonio dell’edilizia residenziale pub­blica: negozi, cantine, scuole, chiese, uffici, appartamenti. L’elenco non contiene i nomi degli affittuari: «Abbiamo do­vuto cancellare i nomi per tu­telare la privacy» spiega il sin­daco. Un’accortezza necessa­ria che però non è piaciuta al­l’opposizione e nemmeno agli esponenti della maggio­ranza a Palazzo Marino. Il vi­cecapogruppo del Pdl Miche­le Mardegan attacca: «Una li­sta senza i nomi dei titolari dei contratti è inutile: non è questa la trasparenza che in­tendiamo ». «I cittadini han­no diritto di conoscere i nomi delle persone che abitano nel­le case di proprietà demania­le - attacca Igor Iezzi, segreta­rio provinciale della Lega ­dal momento che si tratta di un patrimonio della collettivi­tà. Detto ciò la pubblicazione dell’elenco sul sito del Comu­ne rappresenta comunque un atto di chiarezza. Ora è ur­ge­nte che si prendano provve­dimenti seri per adeguare i ca­noni ai prezzi di mercato, con affitti così bassi infatti si stan­no perdendo molti denari». «Bisogna sapere a chi sono an­date queste case - polemizza Basilio Rizzo della Lista Uniti per Dario Fo - . In Galleria, che è un bene di tutti, affitti sotto il valore di mercato pro­vocano un grande vantaggio a pochi marchi». «Abbiamo già iniziato a mette­re a reddito i beni di proprietà demaniale- replica il sindaco Letizia Moratti-con l’assesso­re alla Casa Gianni Verga, in­fatti, stiamo lavorando a que­sto progetto, così come alla va­lorizzazione della Galleria. Certamente la messa a reddi­to dei beni di Palazzo Marino sarà un impegno che portere­mo avanti anche nel prossi­mo mandato». Nella lista messa on line però non compare nemmeno la da­ta di stipula dei contratti, ed è anche su questo aspetto che va all’attacco l’opposizione. «L’amministrazione ha man­cato alla sua promessa di tra­sparenza - attacca Carmela Rozza, consigliere del Pd ­perchè per risalire alle re­sponsabilità politiche di que­sto scandalo bisogna sapere se un contratto risale agli an­ni Ottanta, o se invece è stato stipulato nel 2006».

«Non si capisce perché non si­ano stati pubblicati i nomi e i cognomi di chi ha affittato gli spazi per le attività commer­ciali - attacca anche il candi­dato sindaco del centrosini­stra Giuliano Pisapia - Questi dati sono stati pubblicati sen­za neanche fare riferimento alla data di stipulazione dei contratti».

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