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Afghanistan, Fi si astiene con Lega e An Bertinotti contestato dagli studenti

La decisione sul voto annunciata da Berlusconi. Il presidente della Camera contestato dagli studenti dei collettivi. D'Alema fischiato a Firenze: "Dalemullah go home". Universitari gay contro Mastella

Afghanistan, Fi si astiene con Lega e An 
Bertinotti contestato dagli studenti

Roma - Forza Italia, Lega e An si asterranno nella votazione di domani al Senato sulle missioni militari all'estero. Lo ha annunciato Silvio Berlusconi. "Abbiamo preso atto che la maggioranza ha respinto finora le nostre richieste di rafforzare e di mettere in sicurezza i soldati italiani in Afghanistan, modificando in modo sostanziale il decretò, ha spiegato l'ex premier."Questo comunicato lo facciamo come Forza Italia e come opposizione del centrodestra". «Oggi abbiamo fatto una riunione con gli altri leader della Cdl a esclusione di Casini e siamo arrivati alla conclusione che ci asterremo poiché il overno non ha colto le nostre richieste». «Ci asterremo tutti, la Lega è con noi - ha aggiunto - An pure e mi risulta anche la Nuova Dc e il Partito repubblicano. Non possiamo dare, in queste condizioni, il nostro voto favorevole al governo».

L'annuncio della leader della Cdl è arrivato ieri sera al termine di una giornata convulsa, iniziata con la contestazione contro Fausto Bertinotti. Un coro di «buffoni, buffoni» aveva accolto stamani il presidente della Camera all'Università La Sapienza per partecipare a un convegno sulle favelas. Bertinotti è stato duramente contestato dai ragazzi del coordinamento dei collettivi studenteschi, circa l'atteggiamento dell'Italia sulla missione in Afghanistan.
Striscioni contro l'ex segretario di Rifondazione comunista sono stati sistemati all'ingresso della Facoltà di Lettere con le scritte: «8 marzo 2007. La Camera vota sull'Afghanistan: giorno inFausto». La protesta è stata organizzata da studenti del Coordinamento dei collettivi riuniti nella Rete per l'autoformazione. Ad essere contestata anche la scelta di Bertinotti di prendere parte all'incontro che è organizzato dall'Asvi, una Ong legata al Movimento ecclesiale di Comunione e liberazione. Davanti la facoltà di lettere all'arrivo delle auto di Bertinotti ci sono stati fischi ed è stato gridato "vergogna, vergogna, guerrafondaio". Ma, al suo arrivo in Aula dove lo ha accolto il rettore Renato Guarini, il presidente della Camera è stato salutato da un applauso.

"E' solo sinistra estrema..." "La rivoluzione non è un pranzo di gala, ma neppure la politica. È normale che ci siano dei contrasti che vanno messi nel conto, ma il conflitto va vissuto con animo sereno. Bisogna tentare di capire le verità di chi contesta anche se le forme sono considerate molto sbagliate». Così Fausto Bertinotti commenta la contestazione. «Del resto non me ne lamento, ci sono dei contrasti, meglio quando avvengono civilmente, per me sempre nella non violenza. So che una politica come quella che sostengo non solo ha un avversario sulla frontiera moderata - ha sostenuto - ma ne ha anche una sul terreno dell'estrema sinistra che rifiuta la politica e quindi con ciò rifiuta tutte le esperienze di lavoro e di compromesso che si fanno per cambiare il mondo".

"Voleva parlarci, abbiamo detto no..." Il presidente della Camera Fausto Bertinotti avrebbe chiesto un colloquio con gli studenti, ma questi rifiutano: «Dopo la contestazione, ci ha mandato il questore della Camera - racconta Giorgio del Coordinamento dei Collettivi universitari - per chiederci un incontro con una delegazione di dieci studenti, con cui discutere. Ma questo incontro è stato rifiutato perché non riconosciamo in questo governo un interlocutore con cui confrontarci. Un governo che adotta la guerra come formula risolutiva e soprattutto che sta distruggendo tutto il sistema formativo di questo paese». Le uniche risposte possibili che richiedono gli studenti sono: «ritiro delle truppe dall'Afghanistan, abrogazione della legge Moratti e Berlinguer sull'Università, abrogazione della legge 30 e del pacchetto Treu sul lavoro, abrogazione della Bossi- Fini e chiusura dei Cpt, abrogazione della Fini-Giovanardi sulle droghe».

Le reazioni "Quando si urla molto vuol dire che ci sono poche idee". Così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini commenta le contestazioni ricevute dal presidente della Camera. "Esprimo - prosegue dunque Casini - la mia solidarietà a Bertinotti, perché queste contestazioni dimostrano la debolezza del pensiero". Renzo Lusetti (Margherita) definisce invece "fischi e insulti un pessimo esempio di analfabetismo istituzionale". Esprime solidarietà al presidente Bertinotti, afferma Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Fi: "Da questo episodio si dovrebbe trarre un opportuno insegnamento: si possono blandire le piazze, difendere, a prescindere, i movimenti, legittimare qualunque protesta programmaticamente anti-governativa; ma non si può, nello stesso tempo, ambire a responsabilità di governo e coerentemente esercitarle, perché si diventa immediatamente vittime della stesso furore preconcetto".

Fi: chi semina vento raccoglie tempesta "A Bertinotti è accaduto ciò che Pietro Nenni paventava nell'infinita rincorsa a sinistra: c'è sempre un puro più puro che ti epura. Il presidente della Camera dopo avere seminato tanto vento ora raccoglie tempesta", commenta il senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi.
E Maurizio Gasparri non si sottrae alla polemica. "Espresso il deferente omaggio e l'amichevole solidarietà da deputato a presidente, non posso che dire a Bertinotti che chi di pacifismo colpisce di pacifismo perisce". "Evidentemente - aggiunge l'ex ministro di An - non si è mai abbastanza talebani per qualcuno.

Eppure il governo nato anche grazie a Bertinotti mette Gino Strada al posto del ministro della Difesa, chiede a Karzai di scarcerare terroristi talebani, si inginocchia davanti a qualsiasi Mullah, ma evidentemente non è ancora abbastanza".

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