Alì Agca torna libero e predice la fine del mondo

Dopo quasi 10 anni trascorsi in cella d’isolamento in due prigioni turche per l’omicidio di un noto giornalista turco nel 1979 ad Istanbul, Alì Agca - il “lupo grigio” che il 13 maggio 1981 sparò a Papa Giovanni Paolo II in piazza San Pietro - ieri mattina è tornato a tutti gli effetti un libero cittadino e ha passato la prima notte in una lussuosa e comoda suite dello Sheraton Hotel di Ankara. Una sistemazione costosa che, per quanto temporanea, ha rinfocolato le voci secondo cui l’ex detenuto sarebbe riuscito ad ottenere un cospicuo anticipo dei due milioni di dollari che una Tv Usa gli avrebbe offerto in cambio di un’intervista esclusiva. Intervista che, sempre stando alle voci, potrebbe essere realizzata in queste ore ad Ankara visto che, come hanno annunciato i suoi legali, domani Agca terrà una conferenza stampa ad Istanbul nello storico palazzo ottomano di Ciragan che è oggi uno tra i più lussuosi alberghi del mondo.
La prima giornata di libertà di Agca è cominciata pochi minuti prima delle 9:00 locali (le 8:00 in Italia) quando, in una manciata di convulsi istanti, è uscito dal penitenziario di massima sicurezza di Sincan, a 30 km da Ankara, a bordo di un’auto civetta della polizia. Scortato da altri tre veicoli della polizia anch’essi senza insegne, l’ex detenuto (che indossava la consueta tuta azzurra, colore della pace) è stato trasferito all’Accademia medica militare di Gulhane, nella capitale, per essere sottoposto ad analisi cliniche ed accertare se fosse in grado o meno di fare il servizio militare.
Poco prima che Agca uscisse di prigione, i suoi avvocati Yilmaz Abosoglu e Gokay Gultekin hanno distribuito ai giornalisti in attesa la copia di un testo farneticante scritto dal loro assistito in cui tra l’altro annuncia la fine del mondo. Mentre si allontanava dalla prigione, Agca è stato salutato da un gruppetto di amici e simpatizzanti capitanati da suo fratello Adnan che hanno accolto con grida di gioia e rullar di tamburi il suo passaggio. Nel frattempo, decine di auto con a bordo circa 200 giornalisti e cameramen (due terzi dei quali stranieri) che lo attendevano da un paio d’ore davanti al portone del carcere si sono lanciate all’inseguimento del convoglio provocando, a causa della velocità e della concitazione, alcuni incidenti per fortuna senza vittime ma solo danni a parecchie vetture.
Dopo quattro ore di esami medici, Agca (che ha compiuto 52 anni lo scorso 9 gennaio) è stato dichiarato non abile a prestare il servizio di leva, referto che ha confermato quello emesso dai sanitari dell’ospedale militare Gata di Istanbul i quali lo avevano esaminato il 16 gennaio 2006. Quel giorno l’ex lupo grigio si era presentato al Gata per evitare una denuncia per diserzione dopo essere stato per sbaglio scarcerato in anticipo. In quell’occasione i medici avevano detto che Agca andava riformato in quanto era «un individuo antisociale» affetto da «gravi disordini della personalità…». Per motivi di privacy non è stata resa nota la diagnosi con cui i medici militari di Ankara hanno scartato Agca ma la tv privata Ntv, nel riferire la notizia, ha usato lo stesso termine «curuk» (parola turca che significa «marcio» e che in gergo militare definisce una persona con problemi psichici) con cui l’attentatore del Papa era stato riformato quattro anni fa.

Lasciato intorno alle 14:30 l’ospedale militare da un’uscita secondaria, Agca - ancora inseguito da decine di auto con i giornalisti a bordo - in meno di mezz’ora è arrivato allo Sheraton Hotel dove è entrato con a fianco i suoi legali e scortato da alcune guardie del corpo offertesi spontaneamente di proteggerlo. Nella calca creatasi poco dopo nella lobby dell’albergo c’è stato anche un breve tafferuglio tra cameramen e bodyguards nel corso del quale sono volati insulti, spintoni e qualche suppellettile è andata in pezzi.

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