da Milano
Il riassetto delle cassaforti di casa Agnelli, con lannuncio della fusione per incorporazione di Ifil in Ifi, ha visto i titoli interessati andare in controtendenza. Bene Ifil (più 5,83% a 4,23 euro) e la controllata Fiat (più 2,52% a 10,96 euro, con oltre il 4,8% del capitale passato di mano e 53 milioni di pezzi scambiati), male Ifil risparmio (meno 12,29% a 3,12 euro) e soprattutto Ifi privilegiate (meno 22,16% a 11,28 euro).
A sottolineare il fermento borsistico sulla galassia Agnelli sono stati anche i volumi registrati nel corso della giornata: di azioni Ifil ne sono passate di mano circa 13,3 milioni (1,2% del capitale), quasi sette volte in più rispetto alla media giornaliera delle ultime trenta sedute. Volumi forti anche sulle Ifi privilegiate: 4,7 milioni di azioni (6% del capitale) contro una media di 364mila azioni, e sulle Ifil risparmio: 629mila azioni (1,6%% del capitale), rispetto alla media mensile di 86mila azioni.
La reazione di Piazza Affari trova la seguente giustificazione nelle sale operative: così, come annunciato, laccorciamento ha raffreddato le attese di quegli acquisti più legati alla speculazione di Borsa che puntavano su unipotesi di offerta pubblica dacquisto per il ritiro della categoria privilegiata. Le condizioni poste dalla fusione, invece, spiega una nota di Mediobanca rivolta ai clienti, «sono più favorevoli a Ifil che a Ifi». Lagenzia di rating S&P ha comunque apprezzato la semplificazione della catena di controllo del gruppo Agnelli voluta dal John Elkann, che con Carlo SantAlbano nel ruolo di amministratore delegato, guiderà la nuova Ifi Post Fusione. S&P ha così mantenuto invariati sia il giudizio (BBB+) sia loutlook (stabile), precisando che, quando loperazione sarà definita, cioè allinizio del 2009, il giudizio dellagenzia sarà trasferito sulla società incorporante.
A salutare con soddisfazione liniziativa, su cui il mercato scommetteva da anni, è stato il presidente della Fiat, Luca di Montezemolo. Leliminazione di un gradino (Ifil) nella catena avvicina di più gli Agnelli al Lingotto: un forte segnale di fiducia che gli azionisti ripongono sul gruppo industriale guidato da Sergio Marchionne. «È unoperazione positiva sia per il mercato sia per la Fiat», ha sintetizzato Montezemolo.
«La strategia di avvicinamento della famiglia al Lingotto - osserva un analista interpellato dal Giornale - fa comunque presagire movimenti nel gruppo. Ogni iniziativa che porta valore, come a esempio lo spin-off dellAuto, sarà ben accolta dagli Agnelli che avranno così modo di accrescere il loro patrimonio. La famiglia non avrebbe agito in questo modo se non avesse avuto a cuore le sorti della Fiat e fiducia nel suo amministratore delegato Marchionne».
«Nelle settimane precedenti loperazione - commenta un altro analista - si sono lette notizie in cui si puntava chiaramente su Ifi a scapito di Ifil. Ma poi è successo il contrario. La creazione, inoltre, di tre categorie di azioni va un po controcorrente in un momento in cui si cerca di snellire. E ora si guarda a Fiat. In vista di un eventuale scorporo dellAuto, sarebbe meglio cancellare le azioni privilegio e risparmio: Marchionne potrebbe cercare di convertire le prime in ordinarie e ricomprarsi le risparmio.
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