Gli Agnelli studiano il riassetto la Borsa punta sulle nozze Ifi-Ifil

da Milano

Accorciare la scala societaria che dalla Giovanni Agnelli & C raggiunge Fiat, eliminando il «gradino» di Ifi o quello della controllata Ifil. Al momento non c’è nulla di ufficiale ma secondo alcune ricostruzioni, la famiglia Agnelli intende decidere in tempi stretti. Tanto che da più parti si indica come «determinante» per fare scattare l’eventuale riassetto il mese di settembre.
A lasciarlo presagire è la stessa determinazione dimostrata dalla famiglia Agnelli negli ultimi giorni. Dopo aver confermato di aver colto l’offerta del fondo Amber per ritirare il 6,13% del capitale di Ifi a fronte di una spesa di 130 milioni, ieri Torino ha deciso di sospendere «temporaneamente» il programma di buy-back avviato da Ifil. Una scelta adottata in attesa che l’accomandita valuti tutte «le varie ipotesi e opzioni disponibili alla luce» del rafforzamento in Ifi.
Da Corso Matteotti si sottolinea come l’operazione non sia scontata e in ogni caso venerdì non sarà all’attenzione dei cda delle due casseforti chiamate ad approvare le semestrali, ma la mossa ha alimentato l’attesa in Piazza Affari: dopo una fiammata a +4,5%, le Ifi privilegio hanno chiuso in rialzo dello 0,42% a 13,57 euro mentre Ifil ha ceduto lo 0,6% (più 2,12% le risparmio) e Fiat ha ceduto l’1,9%.
A essere convinta che la galassia Agnelli stia per mutare è anche Mediobanca, secondo cui il rafforzamento degli Agnelli in Ifi prepara la strada a «una fusione tra Ifil e Ifi», giudicate da Piazzetta Cuccia outperform, cioè migliori rispetto al mercato di riferimento.
In particolare, nelle sale operative si interpreta l’interruzione del buy back (che finora ha riportato in cassa circa il 2% di Ifil) come il segnale che Torino vuole risparmiare energie, eventualmente «riversabili» in Ifi per sostenere il riassetto: il programma di acquisto di azioni proprie, annunciato a febbraio, prevedeva un investimento massimo di 150 milioni, di cui 47 milioni ancora a disposizione.

Indipendentemente dal percorso prescelto da John Elkann, che siede alla guida sia di Ifi sia di Ifil, l’esito potrebbe essere «accorpare» le due società così da avvicinare la cassa di Fiat all’accomandita presieduta da Gianluigi Gabetti. Qualche dubbio tuttavia tra gli operatori rimane, a partire dalla possibile reazione negativa dei fondi che hanno scommesso sulla galassia Agnelli.

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