da Milano
A breve lavvio del capitolo Nextra ma «nessuna pressione» ad allentare «rapidamente» la presa su Intesa-Sanpaolo: nel passare in rassegna i conti del Crédit Agricole (più 12% a 1,15 miliardi gli utili nel trimestre) il mercato si è soffermato più volte sul riassetto dei domini italiani della Banque Verte. I risultati hanno deluso gli analisti (1,2 miliardi il consensus sui profitti) e il titolo ha ceduto il 4% alla Borsa di Parigi (meno 5,3% il minimo) ma il gruppo di Rene Carron, malgrado non stia guardando a «nulla di grande» nella Penisola, si è detto pronto a fornire «tutti i mezzi» per sviluppare Cariparma. Realtà definita «un gioiello» dal direttore finanziario Gilles de Margerie aggiungendo che «le plusvalenze potenziali legate alla quota in Intesa saranno liberate già di per sè con la fusione con Sanpaolo». Ecco perché la prevista discesa sotto il 5% della superbanca Milano-Torino rispetto al 9% post fusione non sarà completata necessariamente in tempi stretti.
Prima di passare la mano Parigi sembra quindi intenzionata ad attendere la nascita di Intesa-Sanpaolo che, superato lesame delle assemblee il primo dicembre, diverrà operativa a inizio 2007. Diluzione temporale che potrebbe però essere oggetto di riflessione da parte dellAntitrust la cui istruttoria aveva posto lattenzione sia sui legami con lAgricole sia su quelli con Generali per la bancassurance.
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