«Ai monti e al mare con la multiproprietà»

Società a conduzione familiare, il titolare è Paolo Cardinale, la Apco - Agenzia promozione comproprietà con sede a Ivrea, è leader in Italia nel settore turistico-immobiliare con quasi trent’anni di esperienza alle spalle.
Multiproprietà: un mercato sempre uguale o in evoluzione?
«In Italia la multiproprietà compare per la prima volta sul finire degli anni Sessanta, ma è solo a partire dalla seconda metà degli anni Settanta che il settore ha conosciuto nuove regole di mercato. Sono stato io ad apportare al sistema delle modifiche sostanziali al modello preesistente. Mi riferisco ai turni di godimento e alla suddivisione millesimale, modifiche valide ancora oggi che il fenomeno sta diventando globale. La multiproprietà ha raggiunto anche la Cina, un mercato che è in forte crescita».
Quale è stato il punto di svolta per la Apco?
«Di sicuro il rapporto di collaborazione stretto nel 1992 con la Pierre & Vacances, la più importante società europea nel settore della proprietà turistica. Grazie a questa collaborazione siamo cresciuti molto nel mercato francese, soprattutto per quanto riguarda Parigi, e i numeri parlano chiaro: 7-8mila clienti con circa 10mila quote vendute. Fino al 1997 siamo rimasti mandatari, poi vista la decisione del partner francese di uscire dalla multiproprietà abbiamo acquistato 188 appartamenti. Lo stesso iter si è ripetuto il località come Nizza e Megève, grazie alla costituzione di una nuova società, la “Interresidence” che ha dato alla Apco la commercializzazione degli appartamenti».
Ma qual è il target di clienti che si rivolge alla Apco?
«Il cliente naturale è la famiglia, fatta eccezione per gli immobili di Parigi diventata meta ambita da coppie di una certa età e da persone sole. Per tutte le altre proposte, mare e montagna, il nostro interlocutore principale resta la famiglia».
Multiproprietà vuole sempre dire investimento?
«No, la multiproprietà è una soluzione per le vacanze con possibilità di fare scambi in tutto il mondo. Si risparmia sull’affitto e si pagano spese gestionali più basse di un contratto di locazione. Per chi vuole investire la Apco propone la “proprieté financiaire” dove l’investitore acquista l’appartamento e sottoscrive un contratto di locazione alla società stessa. Il proprietario, in questo caso, percepisce un reddito. Con questo sistema il rendimento netto del prezzo d’acquisto è del 5 per cento. Ciò che non andrebbe mai fatto è il cosiddetto time sharing, una formula che prevede il solo contratto di locazione per un periodo limitato nel tempo. In questo caso il valore del contratto tende a zero».
Nell’eventualità di volere o dover rivendere la multiproprietà ci sono difficoltà?
«Dipende da alcune variabili. Almeno un terzo del nostro fatturato di vendita è proprio nel mercato delle rivendite.

Chi ha comprato da noi riesce a rivendere con facilità, soprattutto se la multiproprietà si trova a Parigi».

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