da Milano
Per le donne sono come i boy-friend: non si può vivere senza. Parliamo di scarpe. Figurarsi se poi sono scioccanti come un gioiello di Cartier. Cosa si può dire di sandali che esibiscono 25 carati di pietre tra brillanti, rubini e zaffiri? Li ha disegnati, come era ovvio immaginare, lartista per eccellenza delle scarpe preziose, René Caovilla, padovano doc (con, per fortuna, accento marcato) che non si è mai lasciato influenzare dal minimalismo.
Il lusso delle sue scarpe ha fatto e farà epoca. Questa nuova meraviglia, unopera di rara bellezza creata a mano in serie limitata, che si può acquistare alla modica cifra base di 25mila euro, si accresce poi del costo dei due solitari che vengono montati a mo di corona sulla testa del cobra che si arrampica sul tacco o sul collo del piede. Va per la maggiore quello da tre carati e mezzo che significa, tradotto in moneta, 90mila euro. È una questione di scelta: cè chi i gioielli li porta al collo o alle orecchie e chi ai piedi. E cè pure chi li mette ovunque. Il lusso pare il denominatore comune di chi fa scarpe. Cesare Paciotti, a esempio, ha preso spunto da una delle regine più eleganti, raffinate, amate e odiate della storia: Maria Antonietta. A lei, lo stilista ha dedicato «Ballo a Versailles», must della collezione della prossima primavera/estate. Ricami preziosi e minuziosi, gioielli sofisticati, nastri, fiori, nappine e broccati fanno solo pensare al fastoso mondo della Francia settecentesca.
Anche un certo nome fa pensare a una sola cosa: Rossi sinonimo di scarpe. Rossimoda di Luigino Rossi, Sergio Rossi, Gianvito Rossi. Gli ultimi due hanno qualcosa in comune, sono padre e figlio. Luigino è un grande produttore e fa calzature per marchi prestigiosissimi da Marc Jacobs a Pucci, da Fendi ad Antonio Marras, da Lacroix a Givenchy a Calvin Klein a Richard Tyler. «Gli stilisti hanno creato delle vere e proprie sculture spiega Roberta Rossi, moglie di Luigino -. Cè una ricerca sui materiali e sulle forme e queste sfilate lo dimostrano. Per la prossima estate tacchi altissimi o bassi bassi, sembra sparita la via di mezzo». Gianvito Rossi invece ricomincia da unazienda rimasta in famiglia dopo che il marchio Sergio Rossi è stato ceduto nel 99 al gruppo Gucci.
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