Ai sindacati il primo round sulla Banca Depositaria Intesa: «La cessione va avanti»

Il giudice di Torino dà ragione ai sindacati: non è corretto che 360 lavoratori lascino Intesa Sanpaolo a causa della cessione di Banca Depositaria alla società statunitense di servizi finanziari State Street Corporation. Il comportamento della banca è antisindacale e i lavoratori potranno ora impugnare, anche in modo collettivo, il trasferimento e chiedere di rientrare nel gruppo guidato da Corrado Passera, come peraltro garantito da una clausola contrattuale che è stata alla base della causa intentata dai sindacati. Intesa Sanpaolo ha replicato chiarendo che «le operazioni volte alla cessione delle attività di Banca Depositaria proseguono in piena coerenza con i programmi e i piani previsti». In altri termini, fuori dai comunicati ufficiali, si può dire che l’operazione di cessione andrà comunque in porto. Ma da domani si aprirà una trattativa con i sindacati per raggiungere un accordo condiviso.
Il ricorso è stato presentato da Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Silcea, Sinfub, Ugl e Uilca di Torino, che il 23 marzo scorso hanno firmato con Intesa Sanpaolo un accordo, non sottoscritto dalla sola Falcri, per tutelare gli 8.000 lavoratori ceduti al consorzio Intesa Sanpaolo Group Service creato dalla banca per esigenze di natura fiscale. Quell’intesa era dovuta proprio alla necessità di dare una risposta alle forti preoccupazioni diffuse su successive operazioni di spezzatino societario che la banca avrebbe potuto varare «per liberarsi di attività e lavoratori». E ad essa si sono appellati i sindacati quando, il 22 dicembre scorso, Intesa Sanpaolo ha aperto la procedura di trasferimento dei 150 lavoratori di Torino e 210 di Milano. «L’esito giudiziale - affermano i sindacati - conferma la certezza delle garanzie contenute nell’accordo, valide per tutti gli 8 mila lavoratori del consorzio e presentata nelle assemblee. In assenza di tale accordo i lavoratori non avrebbero avuto tutele in quanto la legge consente all’impresa di cedere rami d’azienda, anche parziali, con i lavoratori». Patrizio Ferrari, segretario responsabile della Uilca Intesa Sanpaolo, auspica che «quanto avvenuto sia motivo di profonda riflessione da parte dell’azienda rispetto alle logiche chiuse e restrittive con cui interpreta le relazioni sindacali nel gruppo».

«La decisione del giudice è molto importante perchè afferma la validità e l’efficacia dell’accordo sottoscritto il 23 marzo dai sindacati e ribadisce la portata precettiva di quell’intesa», commenta Paolo Berti, legale della Fabi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica