Ultima tappa, Mauritius. Il vecchio Boeing 767 di Air Europe, la più antica compagnia charter italiana, non volerà più; o meglio, raggiungerà gli hangar del lessor, il titolare del leasing, per cambiar vita e livrea. Air Europe, di fatto, muore. Acquistata da Cai, assieme a Volare, dal commissario di Alitalia, non è più funzionale al nuovo gruppo che, nellattesa di decidere che cosa fare del marchio e dei diritti, intanto sospende lattività. Air Europe ha scritto una pagina dellaviazione italiana. Nata in Gran Bretagna, fu rilevata dalla triade Lupo Rattazzi-Giuseppe Gentile-Antonello Isabella allinizio degli anni Novanta, proprio allavvio della prima liberalizzazione dei cieli. Lanciò il charter in Italia, facendo capire a un passeggero sospettoso che gli aerei charter sono gli stessi aerei, se non migliori, delle compagnie di linea. Ma acquisì anche i primi diritti di linea, sempre per destinazioni turistiche: un ibrido che fece scuola. Era, in effetti, lunico operatore italiano di lungo raggio oltre ad Alitalia. Si parlò anche di una sua quotazione in Borsa; invece entrò, con il 49%, Swissair, attraverso la quale avvenne lunificazione con Volare, altra partecipata dagli svizzeri. Poi, al collasso di Swissair, Air Europe restò alla coppia Gino Zoccai-Vincenzo Soddu. Il gruppo visse con alterne fortune e alcuni avvicendamenti fino allonta della liquidazione (2004): lo comprò Alitalia, battendo Air One, (che sintestardì sui ricorsi). Non interessavano le compagnie, interessavano solo gli slot a Linate, di grande valore economico. Oggi, le logiche sono le stesse: Cai ha comprato Volare-AE ancora in virtù di quegli stessi slot.
Lattività linea-charter su Mauritius, Cuba, Giamaica e Messico non è certo una priorità. Così Air Europe chiude. Almeno per ora.
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