Il 34,8 per cento delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito almeno una forma di violenza (fisica o sessuale) nella vita. È quanto emerge dai dati Istat 2006, presentati ieri mattina allAuditorium di via Filzi, al seminario promosso dallufficio di presidenza del consiglio regionale, per «riflettere sul fenomeno della violenza sulle donne». Secondo i dati forniti, il 25,7 per cento delle donne vittime di violenza ha subito ferite, il 71,7 lo percepisce come un fatto grave, il 26,8 lo considera un reato e il 32,4 lo considera soltanto qualcosa che è accaduto. Dai dati della rete regionale emerge che il 28,6 per cento delle donne contatta i servizi per avere informazioni generiche, il 26,6 per informazioni legali, il 17,6 per sostegno psicologico.
La fascia di età che si rivolge a centri anti-violenza in Lombardia, va dai 28 ai 47 anni nel 30,6 per cento dei casi. Il 77,3 per cento delle vittime sono donne di nazionalità italiana, mentre il 15 per cento sono straniere migranti. Secondo la ricerca per il 56,2 per cento dei casi si tratta di donne coniugate, per 15 per cento separate-divorziate, per l11,5 per cento conviventi e per il 13,2 per cento nubili. Lo stato socio economico risulta essere basso. Tra i servizi censiti nel 2008 in regione, ci sono, a Milano, 10 case di accoglienza e a Brescia una. Dislocati su tutto il territorio lombardo, sono poi presenti 10 servizi di consulenza, 20 consultori pubblici, 9 consultori laici, 10 consultori religiosi.
«Ora si approvi la legge regionale per il riconoscimento e il sostegno alle Case delle donne, i servizi e i centri anti-violenza», la richiesta delle consigliere del Pd Sara Valmaggi, Ardemia Oriani e Maria Grazia Fabrizio, firmatarie con Silvia Ferretto di una proposta di legge che propone un fondo regionale ad hoc. «Bisogna lavorare affinché anche le donne vittime di violenza che non denunciano laccaduto possano farlo», ha detto la Ferretto.
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