Alba svela i tesori di Longhi

Aperta al pubblico la raccolta del grande storico dell’arte Dal Caravaggio a Morandi le scoperte di uno studioso dal fiuto infallibile

Le collezioni hanno un doppio fascino, quello dell’opera d’arte e quello della personalità del collezionista. E quando chi colleziona è una personalità d’eccezione come Roberto Longhi, capire come ha realizzato la sua straordinaria raccolta diventa un viaggio affascinante. A proporlo è l’esposizione di settanta suoi dipinti alla Fondazione Ferrero di Alba: tavole e tele di grande bellezza spaziano da anonimi maestri del XIII secolo a Caravaggio a De Pisis, segnando tappe importanti della vita e degli studi di Longhi, pioniere di nuove ricerche.
Lo storico, nato ad Alba nel 1890 e scomparso a Firenze nel 1970, è stato sin dall’inizio della sua carriera un collezionista. Laureato ventunenne a Torino, acquistava negli anni Venti del Novecento opere allora ignorate. Comprava dipinti di artisti caravaggeschi, quando il mercato privilegiava quelli dei primitivi e del Rinascimento. Il Seicento allora non interessava a nessuno, ma col suo fiuto Longhi compra a Parigi nel 1927, dall’antiquario D’Atri, il Ragazzo morso da un ramarro, oggi tra le più celebrate opere del Caravaggio. Non solo, ma quel secolo, grazie alle sue lezioni e ai suoi scritti, comincia a far breccia nel mondo dell’arte e a imporsi come uno dei più interessanti.
Altro filone di acquisti e ricerca diventa per Longhi la pittura emiliana dal Trecento al Cinquecento. Entrano nella sua collezione opere del bolognese Amico Aspertini, del ferrarese Dosso Dossi, come lo strano Giovane con canestro di fiori, e di altri maestri estrosi ed eccentrici. Artisti indagati capillarmente nell’Officina ferrarese del 1934, un libro fondamentale, palestra per generazioni di storici.
Con il tempo gli interessi dello studioso prevalgono su quelli del collezionista e Longhi acquista secondo ciò che gli studi gli suggeriscono, non più facendo seguire le ricerche agli acquisti. Apre così interi territori poco esplorati, dai bolognesi e riminesi del Trecento al tardogotico Jacobello, dai maestri piemontesi del Quattrocento ai pittori della realtà in Lombardia, dai genovesi del Seicento ai paesaggisti francesi dello stesso secolo. E di tutto scrive, sino al Settecento, veneto, lombardo e centrale, di cui promuove grandi mostre. Da una collezione privata parigina compra, a esempio, il Ritratto di un giovane pittore con berretto rosso, un capolavoro di Vittorio Ghislandi detto Fra’ Galgario, mentre il Ritratto di gentildonna di Pietro Longhi viene scovato sul mercato antiquario bolognese.

Ad arricchire il Novecento sono opere di amici come Carrà, De Pisis, Morandi, che con lui giocano a bocce nella casa di Carrà a Forte dei Marmi.
mtazartes@tele2.it
LA MOSTRA
«La Collezione di Roberto Longhi. Dal Duecento a Caravaggio a Morandi». Alba, Fondazione Ferrero, Strada di Mezzo 44. Info. www.fondazioneferrero.it

Tel. 0173295259.

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