Cronaca locale

Albertini ai milanesi: «Lascio una città migliore»

I cittadini riceveranno anche una guida di 72 pagine. Ma l’Unione è polemica: «Solo uno spot»

Albertini ai milanesi: «Lascio una città migliore»

Un «bilancio dei risultati ottenuti in nove anni», ma anche le scuse, «per le lacune che, nonostante il mio impegno, non sono riuscito a colmare, i molteplici bisogni a cui non ho saputo rispondere». Per la terza volta da quando salì sulla poltrona di Palazzo Marino, e a pochi mesi dalla fine del suo incarico, il sindaco Gabriele Albertini scrive ai milanesi. Una campagna di comunicazione istituzionale, per raccontare «cosa prima non c’era e ora sì, un esempio fra tutti i depuratori. Cose che hanno valore e che lasciamo, senza aver aumentato le tasse, a chi verrà dopo di noi». A partire dal 2 dicembre ed entro Sant’Ambrogio, 674mila capifamiglia riceveranno per posta la lettera del sindaco, una guida di 72 pagine dal titolo «Abbiamo messo in comune la voglia di fare dei milanesi» con le foto e la descrizione dei progetti completati o in fase di realizzazione, una cartina con la raffigurazione a colori delle opere, più un dvd con gli stessi contenuti filmati e la voce del sindaco, che sarà distribuito ad un pubblico mirato (30mila le copie a disposizione) e trasmesso in punti strategici, come l’Urban Center, in Fiera, gli aeroporti o l’Ottagono. Per informare i milanesi della campagna ci saranno anche manifesti in tutte le zone, un maxi-telone sul casello daziario di piazza XXV Aprile, spot nelle stazioni della metropolitana. E per verificare che i cittadini abbiano ricevuto e apprezzato il «pacchetto» prenatalizio del Comune, e interrogarli sui loro bisogni, saranno effettuate 4.500 indagini telefoniche a campione, subito dopo la spedizione.
Il sindaco respinge le accuse di aver organizzato una campagna che sa di spot elettorale per la maggioranza: «C’è sempre qualcuno che non vuole che venga rappresentato il vanto legittimo di chi governa, ma in questa campagna non ci sono nè simboli di partiti nè indicazioni ideologiche». Il costo è di 600mila euro, e il capogruppo Ds Emanuele Fiano ha ironizzato sulla voce nell’assestamento di bilancio per il 2005, approvato in consiglio lunedì sera, con cui sono stati aumentati di 200mila euro i fondi per la comunicazione esterna del Comune: «Evidentemente al sindaco mancavano ancora dei soldi per coprire la campagna elettorale». Ma l’amministrazione fa sapere che la lettera costerà a ogni cittadino «un terzo del prezzo del caffè».
Resta qualche cruccio al sindaco: «Non aver esteso la sosta a pagamento per i non residenti a tutta la città, non averla introdotta per i residenti e il ticket d’ingresso per le auto. Mi ha colpito la resistenza da tutte le parti, mi ha persuaso a rinunciare a certi provvedimenti.

Ma possiamo dire di aver lasciato una Milano migliore di quella che abbiamo trovato».

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