Circa 210 milioni di euro: è questa lentità della manovra di bilancio 2010 che il Comune presenterà oggi alle parti sociali. Una correzione necessaria a garantire lequilibrio tra entrate e spese per lesercizio in corso. Lo ha annunciato ieri allAuditorium il sindaco Alemanno illustrando pubblicamente il documento finanziario composto per il 43% da interventi di razionalizzazione della spesa (tagli di varia natura e istituzione della centrale acquisti), per il 32% da maggiori entrate (rimodulazione delle tariffe, lotta allevasione fiscale e aumento delladdizionale Ici sulle seconde case stabilmente sfitte) e, per il rimanente 25%, da altre entrate di carattere straordinario (avanzi di gestione degli esercizi precedenti da destinare, tra laltro, al finanziamento dei servizi sociali). Queste risorse serviranno a garantire il funzionamento della macchina amministrativa sia a livello centrale, sia a livello periferico e anche a realizzare interventi di manutenzione non più rinviabili come quelli per la riparazione delle strade cui saranno destinati, complessivamente, 108 milioni di euro.
«Ci servirebbero 50 milioni di euro in più lanno» ha detto il sindaco riferendosi alla necessità di un emendamento parlamentare che aumenti a 350 milioni il contributo strutturale governativo per la capitale, oggi fissato a 300 milioni. Laumento del contributo, ha spiegato, «ci permetterà di limitare allo 0,3 per cento lincremento dellaliquota delladdizionale Irpef». Alemanno si è rivolto ai rappresentanti del governo presenti in sala, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e i ministri Giorgia Meloni e Andrea Ronchi, «affinché questo appello non resti inascoltato». Il sindaco ha lanciato anche proposte «sostitutive» rispetto alla tassa di soggiorno. Per esempio l«aumento di un euro per tutti i musei comunali e statali», che porterebbe nelle casse capitoline 8,6 milioni di euro. La seconda richiesta è quella di lasciare a Roma il 2% del gettito Iva del settore turistico, in modo tale da ricavare 110 milioni di euro. Più tecnico lintervento dellassessore Maurizio Leo: «Il bilancio 2010 - ha spiegato - è pari a circa 5 miliardi di euro: 3,5-3,6 miliardi per la parte di spesa corrente e circa 1,3 miliardi per gli investimenti». Leo ha poi ricordato il disavanzo capitolino è «pari a 12,238 miliardi di euro di cui 4,110 miliardi di disavanzo commerciale (fornitori non pagati) e 8,128 miliardi di disavanzo da indebitamento (mutui) e ha passato in rassegna i provvedimenti varati dal governo per supportare il piano di rientro capitolino attraverso un finanziamento stabile di 300 milioni lanno fino al 2048. Tra le cause del disavanzo accumulato dal Comune, Leo ha parlato di «uninefficienza gestionale delle precedenti amministrazioni» dovuta «al mancato recupero delle entrate, alle coperture fittizie delle spese, agli investimenti programmati in maniera incompatibile con le disponibilità di Bilancio». A ciò si aggiunge uno squilibrio strutturale del Comune poiché i trasferimenti a esso garantiti «non tengono adeguatamente conto delle sue peculiarità» e, a livello pro capite, «sono di gran lunga inferiori a quelli delle altre città italiane (Roma: 9.737 euro, Milano: 25.519 euro)». A fronte della complessa situazione finanziaria, Leo ha ricordato che oltre ai 300 milioni stanziati annualmente dal governo, il Comune di Roma si impegna a recuperare 200 milioni lanno (tramite Irpef e addizionale sui diritti dimbarco) per ripianare il debito. «Non siamo noi a voler mettere nuove tasse - ha detto Leo - bisogna capire da cosa deriva questo aumento: i cittadini saranno costretti a pagare le gestioni del passato». Oltre allIrpef e alladdizionale sui diritti dimbarco, il Campidoglio ha intenzione di recuperare nuove risorse attraverso la razionalizzazione della spesa, la lotta allevasione, ladeguamento di alcune tariffe «in alcuni casi ferme al 2005», il reperimento di entrate straordinarie.
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