Alessandro Magno rimerge dalle sabbie

Lo studioso greco Papazois sostiene che il corpo del Conquistatore del mondo non è in Egitto ma a Vergina, antica capitale del Regno di Macedonia, nella tomba di Filippo II. Ma è polemica

Alessandro Magno rimerge dalle sabbie

Atene - Che fine ha fatto il corpo di Alessandro Magno? Uno dei più grandi misteri dell’archeologia ha forse trovato una risposta. Almeno secondo quanto sostiene lo studioso greco Triantafyllos D. Papazois: il Conquistatore del Mondo non va più cercato, come si è fatto nei secoli, in Egitto, ad Alessandria o nell’oasi di Siwa, ma è sotto i nostri occhi a Vergina, antica capitale del Regno di Macedonia, 70 km da Salonicco.

"Nella grande tomba che si crede contenga i resti di Filippo II, si trova invece il corpo del figlio che venne trasportato a Vergina sotto il regno di Antigonos Gonatas", salito al trono nel 277 a.C, dice all’Ansa Papazois, storico e generale già docente di strategia militare. Che nella tomba di Vergina non ci sia Filippo II (332-386 a.C.) non è l’ipotesi isolata di uno studioso ma opinione diffusa ormai tra gli esperti. Il paleoantropologo Antonis Bartsiokas ha dimostrato grazie all’analisi delle ossa che esse non hanno messuna delle peculiarità o ferite attribuite dagli storici al re macedone. "Sulle mie conclusioni concordano ormai quasi tutti" dice lo scienziato. E c’è ampio consenso anche sul fatto che gli oggetti, inclusa la corazza di ferro e oro, trovati nella tomba siano di una generazione posteriore a quella di Filippo, e appartengano probabilmente ad Alessandro. Anche se, diversamente da Papazois, i principali studiosi sembrano ritenere che il corpo sia quello del fratellastro Filippo III che regnò brevemente dopo di lui.

"Escludo che nella tomba vi sia il corpo del fratellastro" afferma Papazois fondandosi sull’esame delle ossa e sulla scena di caccia che nella tomba dipingerebbe lo stesso Alessandro. Papazois per la prima volta si interessò al Macedone molti anni fà quando gli venne chiesto di studiare la strategia militare delle guerre persiane. Alessandro morì a Babilonia nel 323 a.C, vittima probabilmente di febbri. E mentre veniva trasportato in Macedonia, uno dei suoi generali, Tolomeo, si impadronì del corpo portandolo a Menfi. Diodoro descrive la tomba di Alessandro a Menfi e Strabone racconta come il figlio di Tolomeo trasportò poi il corpo ad Alessandria.

"Dubito che possano trovare lì la tomba, e certamente non i resti di Alessandro" assicura Papazois secondo il quale se mancano descrizioni storiche della sua sepoltura in Macedonia, a causa della distruzione della Biblioteca di Alessandria, sono però testimoniati due tentativi macedoni per recuperare il corpo. Inoltre l’analisi dei resti e il contenuto della tomba di Vergina sono sufficienti per dire che lì giace Alessandro. E inoltre, aggiunge, non è possibile che a Vergina vi sia Filippo perchè «nel 274 a.C. Pirro invase la Macedonia, saccheggiò le tombe e disperse le ossa».

Lo scopritore della tomba reale nel 1977, Andronikos ha sempre sostenuto che "per un caso" la tomba di Filippo rimase intatta, ma Papazois dice: "Impossibile, tutti sapevano dove fosse". La studiosa americana Elizabeth Carney, uno dei principali esperti su Alessandro, contesta la tesi di Papazois. "Non riesco ad immaginare una ragione per cui i Tolomei avrebbero permesso ad Antigonos Gonatas di riprendersi Alessandro - dice -. E ci sono testimonianze ininterrotte sulla presenza del corpo in Egitto almeno fino ai tempi di Caracalla".

"Quello che videro gli imperatori romani fu un altro corpo messo al posto di Alessandro", risponde Papazois. Bartsiokas da parte sua rileva che se nella tomba non c’è Filippo II, dire che vi giaccia Alessandro è andare troppo oltre: "Come sostenere che l’uomo non è stato sulla Luna".

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