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Alfano striglia le toghe: «Andate a lavorare»

RomaAngelino Alfano fa il bilancio dei «risultati eccezionali» della lotta alla mafia. Grazie a norme efficaci, ma anche a uomini, magistrati, poliziotti, carabinieri. E qui ringrazia il procuratore capo di Palermo Messineo per gli ultimi tre arresti eccellenti, per far capire quali toghe apprezza e quali no.
«Si può vincere la mafia - dice il ministro della Giustizia - senza fare il giro delle televisioni e senza fare convegni, ma lavorando di più in Procura, lontano dalle luci delle telecamere. Anzi, qualche passaggio tv e qualche convegno in meno possono tradursi nella cattura di qualche latitante. Così si fa il bene del Paese». La polemica scoppia subito, con l’Anm che replica: «È legittima la presenza pubblica dei magistrati. Ma abbiamo già affermato che la professionalità si misura nelle aule giudiziarie, nei provvedimenti, nei processi e con le sentenze». Dice la sua sull’attenzione mediatica anche il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso: «Le indagini le fanno forze dell’ordine e magistrati, che non si fanno distogliere, continuano con sempre più efficacia nella loro azione di contrasto alla criminalità organizzata». Aggiunge: «Parlo di mafia e rischio di essere strozzato». Per lui, la legge sui pentiti non va cambiata ma «applicata» e il concorso esterno in associazione mafiosa non si può abolire. Il procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli, dice che spesso i magistrati per «legittima difesa hanno l’obbligo di intervenire e non stare zitti».
I punti di attrito con la magistratura sono tanti, ora che il governo affronta su più tavoli i nodi della giustizia. Al Senato si sta concludendo l’esame in Commissione Giustizia del ddl sul processo breve, per arrivare in aula i primi del 2010. L’Anm risponde con una protesta in tutti i tribunali, dal 20 al 27 gennaio. Il Csm lo boccia, e nel parere che dovrà essere discusso dal plenum di Palazzo dei marescialli in una seduta straordinaria lunedì prossimo, lo definisce viziato da incostituzionalità. Nella stessa Commissione si esamina il ddl sulle intercettazioni e Alfano auspica che resti «sostanzialmente inalterato». Poi, c’è il ddl sul legittimo impedimento in Commissione alla Camera: tre proposte Pdl, una dell’Udc e, ultima arrivata, una dell’Idv che consente l’assenza per impegni dalle udienze di premier e ministri solo se indicano i giorni in cui sono disponibili entro un mese. La prossima settimana si cercherà una sintesi, il governo dirà la sua opinione e si dovrebbe arrivare al voto a gennaio. Parte oggi la consultazione nella maggioranza di Alfano sulla riforma costituzionale, «autonoma dalle altre», per separare le carriere di giudici e pm. Infine, il Guardasigilli annuncia entro Natale l’approvazione del governo al piano carceri e l’assunzione di 2mila agenti per il 2010. Tante questioni che attirano attacchi dall’opposizione e dalla magistratura.
La critica di Alfano ai magistrati protagonisti arriva in una conferenza stampa in cui, con il ministro dell’Interno Roberto Maroni, elenca i dati di quella «antimafia delle leggi e dei fatti che è «l’unica a spaventare davvero» Cosa nostra: arrestati 21 dei 30 latitanti più pericolosi, (100 per 100 in più rispetto ai 19 mesi precedenti); arrestati 299 latitanti (+83 per cento); confiscati 2.942 beni per un valore di 1,8 miliardi di euro (+328 per cento); sequestrati beni per oltre 11mila e un valore di 6,2 miliardi di euro (+71per cento). «La mafia è già in ginocchio - dice Alfano - e il nostro obiettivo è stenderla a terra e liberarcene al più presto possibile». A gennaio l’«affondo definitivo», dice Maroni, con il varo del «piano straordinario in dieci punti».
Ma c’è il problema dei vuoti nelle procure di frontiera. Ed ecco un’altra bacchettata del ministro: «Il governo è stato lasciato in assoluta solitudine, non è stato aiutato in nulla dall’Anm. Pure, siamo riusciti a coprire 50 dei 100 posti vacanti». Alfano si lamenta perché l’associazione non ha pubblicizzato gli incentivi del governo per chi va in sedi disagiate. Anche stavolta ribattono il presidente e il segretario del sindacato delle toghe, Luca Palamara e Giuseppe Cascini: la versione di Alfano «non corrisponde al vero», ha la «memoria breve».

«L’Anm è solo stata facile profeta delle inevitabili conseguenze della regola, introdotta nella precedente legislatura, che vieta di assegnare i neomagistrati a funzioni requirenti e a qualsiasi altra monocratica». E il vicepresidente del Csm, Nicola Mancino, chiede al Guardasigilli di intervenire a una seduta straordinaria del plenum sulla questione.

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