Stile

Alghe, da elisir di lunga vita a contorno o sport drink

Sempre più frequenti nelle ricette esotiche, consigliate dagli esperti di macrobiotica, sono un cibo del futuro Economiche e reperibili ora si trovano anche nei centrifugati

Michele Vanossi

Frullati, estratti e centrifugati sono la moda del momento. Ma anche un modo gustoso per dissetarsi e fare il pieno di vitamine. Perfetti, soprattutto d'estate, quando frutti e vegetali danno il meglio di sé. Nella classifica delle bevande che stanno conquistando in maniera esponenziale il gradimento degli italiani, un posto di tutto rispetto è occupato appunto dagli «smoothies».

Ma c'è un'altra tendenza che sta prendendo piede nel Belpaese e che abbraccia non soltanto il «nature-beverage», ma l'alimentazione in generale, riguarda l'uso delle alghe in cucina. In Oriente sono largamente utilizzate. Per i Paesi occidentali rappresentano il cibo del futuro perché molto nutrienti e sostenibili (le coltivazioni sono poco costose, utilizzano poca energia e non usano terreni agricoli). In commercio ne esistono diverse varietà (vedi box a fianco); alcune sotto forma di integratori, altre come veri e propri alimenti. Provengono non solo dall'Asia (Cina, Corea e Giappone sono tra i maggiori consumatori al mondo), ma anche da Francia, Irlanda, Spagna e Paesi Scandinavi. Le alghe presenti in commercio normalmente sono essicate, conservate in scatola o congelate, si trovano nelle erboristerie, nei supermercati, nei negozi di alimenti macrobiotici e dietetici. È importante conoscere la provenienza delle alghe e dunque è bene accertarsi che siano raccolte o coltivate in acque incontaminate o controllate, meglio se biologiche.

«Si usano in cucina sia cotte che crude, per le loro proprietà sono paragonabili alle verdure» ha spiegato Fabio Consonni, fondatore, insieme alla moglie Vanda Anzalone dell'Algheria di Milano (www.algheria.it). In cucina, le alghe, regalano un tocco di originalità anche alle ricette più tradizionali, anche se abituarsi al loro sapore non è sempre facile.«Consigliamo di iniziare a inserire nell'alimentazione le qualità più dolci (rosse o verdi); con le quantità meglio iniziare gradualmente e aumentare progressivamente, fino ad arrivare a 2 o 3 grammi al giorno per quelle sfuse da sciogliersi in un bicchiere di liquido se ne aggiunge al massimo mezzo cucchiaino. Un piccolo consumo regolare e quotidiano è da preferire rispetto a un uso smodato ma saltuario» hanno aggiunto i coniugi Consonni concordi nel confermare quanto queste particolari verdure siano da nominare per il 2016 tra i nuovi ingredienti protagonisti negli energy e negli sport drink (bevande da consumare durante e dopo gli allenamenti). Qualche esempio? Le bevande a base di soia addizionate con Lithothamnium (alga rossa ricca di calcio e minerali), i succhi di frutta con microcapsule di alginato (una gelatina in grado di catturare le tossine organiche e che ne facilita la loro espulsione), i tè aromatizzati con alghe Wakame e Kombu. Impossibile poi non citare il fenomeno dei bar e delle catene di locali specializzati in «bevande green» che utilizzano alghe. È il caso dei Juice bar (www.juicebar.com) diffusi nelle più grandi città italiane.

Qui, gli avventori richiedono le spremute e i centrifugati con alga Chlorella o con la Spirulina e, per chi ha poco tempo, l'opzione può essere la bottiglietta con acqua di cocco e spirulina, ricca di potassio e reperibile nei frigoriferi takeaway.

La storica pasticceria milanese Taveggia propone un cocktail ispirato ai sapori del mare, a base di alga Kombu in acqua di mare, con Gin mare e Martini dry.

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