Dal primo di agosto un sensibile contingente Alitalia avrebbe dovuto iniziare a trasferirsi nei due scali milanesi di Linate e Malpensa, più massiccio nel secondo. A tuttoggi questa presenza è invisibile: «Il governo, più che mediare tra azienda e un sindacato minoritario, dovrebbe finalmente collocare nel Nord Italia armi e bagagli Alitalia e accelerare la fusione con Air France».
È il parere di Dario Balotta, segretario lombardo della Fit-Cisl trasporti sulla crisi Alitalia.
Secondo il sindacalista infatti «lunica possibilità per la salvezza dellAlitalia è il suo riposizionamento strategico nel ricco mercato del Nord Italia. Nella sola Malpensa e Linate - ha ricordato Balotta -, Alitalia opera circa il 60 per cento dei voli. Ma nei due scali dispone solo del 17 per cento del personale navigante. Per le merci, tra Roma e Milano la situazione è ancor più squilibrata. La compagnia di bandiera è lunico caso al mondo in cui il mercato è da una parte e la struttura dirigenziale e produttiva dallaltra».
«Senza una decisa correzione - sostiene ulteriormente il sindacalista -, lassenza in Lombardia della direzione generale e le gravi carenze di manutentori, piloti e assistenti di volo, impediscono qualunque prospettiva di salvataggio. La colpevole conflittualità del Sult e il rincaro del carburante accelerano lagonia di Alitalia.
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