da Milano
Le tensioni politiche su Alitalia si sono manifestate ieri alla Commissione trasporti della Camera, dove il decreto sul prestito ponte è stato approvato, ma con il voto contrario dei partiti di opposizione, che vogliono così incalzare il governo e gli impegni che ha preso.
Oggi la discussione si sposta in aula, dove però il provvedimento potrebbe non essere immediatamente votato; del resto, cè tempo fino al 23 giugno, e la Commissione non ha apportato modifiche al testo. Ieri è stato anche pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto di Napoli, che contiene la possibilità per Alitalia di imputare a capitale il prestito di 300 milioni. Erano i due presupposti che avevano tenuto sospesa lapprovazione del bilancio 2007 della compagnia, poi varato nella notte di ieri. I conti, come abbiamo riferito, sono stati pessimi: una perdita di 495 milioni e un leggero calo dei ricavi: ma la continuità aziendale, grazie agli equilibrismi politici, è intanto assicurata. Ora, in attesa del pronunciamento della Ue sui due decreti, la vicenda è a pieno titolo nella mani di Giulio Tremonti, che come titolare del Tesoro è azionista di maggioranza della compagnia; Bruno Ermolli, il consigliere del premier Berlusconi che fin qui ha «tessuto» la possibile cordata italiana, gli ha passato il testimone. E lo stesso Tremonti, rispondendo alla richiesta del presidente della Commissione trasporti, Mario Valducci, illustrerà la situazione alle commissioni di Camera e Senato il 18 giugno. Tra venti giorni. Limpressione è che Tremonti voglia riferire in Parlamento cose concrete che potrebbero nel frattempo concludersi. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha parlato ieri di «silenzio operoso» da parte del governo.
Tutti, comunque, sono consapevoli della necessità di far presto. Il cda della compagnia, laltra sera, ha confermato lesigenza di una ricapitalizzazione da effettuarsi in tempi strettissimi. Più 2,25% in Borsa.
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