da Milano
Confermano gli analisti: Alitalia è un titolo molto speculativo. E invitano alla prudenza. Anche ieri lazione della compagnia guidata da Giancarlo Cimoli è stata intonata molto positivamente, per la quarta seduta consecutiva, e ha aggiunto un 5,4% al suo valore. Sostenuti gli scambi, per un controvalore di 130 milioni (circa il 9% del capitale). Dal primo gennaio lincremento di valore è stato superiore al 14%; nella sola seduta di martedì il guadagno è stato del 9,6%; durante quella di ieri il massimo toccato (1,14 euro) è stato pari a un progresso dell8,2%, poi ridottosi: 1,16 euro il prezzo di riferimento, 1,06 lultimo contratto registrato.
La speculazione, come dicevamo già ieri, si è accodata agli investitori istituzionali che da Gran Bretagna, Stati Uniti e Norvegia hanno dimostrato di credere nel risanamento della compagnia. Ieri si sono aggiunte voci - ma solo voci - di una possibile fusione con Air France entro il 2006. Si tratta di ipotesi per il momento del tutto premature, anche se sono sillogisticamente accettabili. Il ragionamento è il seguente: 1. Air France vede possibile unaggregazione a risanamento di Alitalia avvenuto; 2. nel 2006 Alitalia avrà compiuto, secondo le previsioni, il suo cammino vero il ritorno allutile; ergo, nel 2006 avverrà lintegrazione.
Prematuro e forse un po semplicistico. Infatti, se è vero che esistono accordi già sottoscritti perché Alitalia venga fusa in Air France «alla fine di un percorso» (come diceva lex amministratore delegato Francesco Mengozzi), è anche vero che Giancarlo Cimoli cercherà di ottenere il massimo dalla trattativa. A tratti ricompare, per esempio, il nome di Lufthansa come eventuale partner, sempre peraltro smentito.
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