Alitalia, la tregua va in frantumi Verso nuovi scioperi

I sindacati minacciano azioni denunciando violazioni aziendali ai patti. Domani l’incontro clou con il ministro dei Trasporti

da Milano

Ieri si sono improvvisamente inaspriti i rapporti tra Alitalia e i sindacati, in particolare le sigle confederali e degli assistenti di volo. Un incontro su argomenti tecnici è stato il pretesto per una serie di durissime prese di posizione da parte delle rappresentanze dei lavoratori, che hanno esplicitamente minacciato nuovi scioperi e rompendo, di fatto, la tregua fino al 31 gennaio definita un mese fa a Palazzo Chigi.
La riunione di ieri, secondo i sindacati, ha trovato l’azienda del tutto indisponibile a ogni apertura al dialogo; secondo ambienti aziendali, invece, i rappresentanti della compagnia hanno mostrato disponibilità a sospendere sia le nuove modalità di turnazione degli assistenti di volo, sia le riconfigurazioni dei Boeing 767, che penalizzerebbero le zone di riposo del personale. Ma il Sult, in particolare - il sindacato di gran lunga più rappresentativo degli assistenti di volo, quello che spesso manifesta le posizioni più bellicose - si è detto «assolutamente insoddisfatto». Il suo comunicato dice: «L'Alitalia ha confermato la volontà di procedere sulla strada delle violazioni contrattuali, non applicando quanto previsto dagli accordi condivisi con il ministro Bianchi e la presidenza del Consiglio, cioè il blocco e la rimozione di qualsiasi atto unilaterale dell'azienda. Pur ritenendo indispensabile una verifica a livello istituzionale, a partire dall'incontro previsto con il ministro dei Trasporti l'8 novembre, il Sult ritiene che la grave violazione aziendale degli accordi condivisi a livello di governo, rappresenta elemento più che sufficiente per avviare una fase di mobilitazione della categoria. Pertanto il Sult, nel caso la verifica dell'8 novembre non produrrà effetti positivi rispetto al comportamento inaccettabile dell'Alitalia, indirà uno sciopero nei tempi e con le modalità che riterrà più opportune». Di analogo avviso Filt-Cgil, Fit-Cisl, Ugl trasporti, Anpav e Avia.
In queste parole sta la chiave per interpretare il nuovo scontro. Domani, mercoledì, è in programma al ministero un incontro tra i sindacati e il ministro Bianchi, il quale dovrebbe illustrare il suo piano di riordino del trasporto aereo in Italia. Il copione si è già visto e si ripete: i sindacati intendono tenere alta l’attenzione sull’Alitalia e sui vari temi di contrasto, per ottenere la massima disponibilità a concessioni da parte del governo. Dall’incontro con Bianchi si capirà anche il grado di priorità che l’Alitalia rappresenta nell’agenda del governo, che in questo momento di priorità ne ha tante e più generali.
Il problema che ai sindacati sta più a cuore (anche se ieri non se n’è fatto cenno) è quello delle cosiddette esternalizzazioni, e cioè la cessione di società o di rami d’azienda (già peraltro deconsolidati dal perimetro di bilancio), il loro conferimento a società veicolo e l’ingresso in queste ultime di soci terzi. Per ora è tutto bloccato, ma il modello spaventa i lavoratori dell’Alitalia, la cui mentalità è molto simile a quella degli statali; e dalla base i malumori si trasmettono direttamente ai sindacati, che a loro volta cercano di ritagliarsi la massima visibilità. Da Bianchi sono attese nuove rassicurazioni su questi temi.


Il Sult ha anche annunciato che «proporrà agli assistenti di volo dell'Alitalia una forte caratterizzazione dello sciopero generale del 17 novembre, e di attenersi rigidamente a quanto previsto dal contratto, evitando quindi di operare qualsiasi linea che sia in contrasto con tale normativa».

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