All’Olimpico c’è lo show multimediatico

da Roma

Un Olimpico così non s’era mai visto, neppure nella finale di coppa Campioni col Liverpool o in occasione dei derby più sentiti. Insomma il maxiprocesso ha fatto sì che lo stadio tanto caro a Roma e Lazio si trasformasse in un super controllato bunker giudiziario, con la pancia dello stadio attrezzata a prova di bomba. Perché quello che la Federcalcio ha preparato per oggi è uno show multimediatico con pochi precedenti nella storia. Ingressi separati per evitare contatti tra giudici e imputati coi giornalisti; due tritacarte per evitare che “pizzini” scomodi finiscano in mani indesiderate (per non ripetere lo scandalo dei bigliettini tra i giudici della Caf durante il processo a Preziosi di un anno fa).
Dalla curva nord entreranno gli oltre 600 giornalisti accreditati da tutto il mondo (ma notizie dell’ultimo momento dicono che la federcalcio ne ha autorizzati solo 170) e le troupe televisive, mentre da quella sud faranno il loro ingresso gli accusati, i loro difensori, gli accusatori e il collegio giudicante. E nei lunghi corridoi dell’Olimpico, porte sigillate e percorsi obbligati con una «security» privata e della Federcalcio che garantisce la massima tranquillità a tutti e, soprattutto, la non possibilità di incontri casuali tra le parti. Superati gli sbarramenti di sicurezza, sarà Piazza Italia, la grande sala alla sinistra del bar sotto la tribuna stampa, ad ospitare i giornalisti con 2 tv al plasma per assistere in videoconferenza a circuito chiuso al dibattimento e 2 grandi schermi per guardare i mondiali, oltre a 24 postazioni internet. Tra il bar e la sala stampa, un’altra sala, senza possibilità di comunicare con i giornalisti, per i deferiti e i difensori. Alla destra del bar, quella che era la sala stampa dell’Olimpico è invece riservata alla Caf, come camera di consiglio. Ma è l’aula giudiziaria a fare spavento: blindata, bonificata, con controlli anti-microspie in tutta la zona, telecamere in tutti gli angoli per riprendere il dibattimento. Insomma, la riproposizione dell’aula bunker del Foro Italico dove si svolse il processo Moro.
Ma non è finita, perché alle spalle, quella che è chiamata Palazzina Bonifati, si trasformerà nel quartier generale delle segretarie Caf e dell’ufficio di supporto, con tutte le porte rigidamente controllate da addetti. Senza dimenticare che saranno ben 400.000 le fotocopie degli atti (ogni deferito dovrà avere a disposizione l’intera documentazione composta da oltre 7.000 fogli) e che, visti i tempi imposti dalla Caf: dalle 9 del mattino alle 22 di sera, ci saranno almeno dieci grandi tavoli per il catering (pranzo e cena) di tutti i partecipanti al maxiprocesso (per i giudici, ovviamente, in stanze separate).

Tutti accreditati, senza pass della Federcalcio non si fa un passo, mentre fuori dallo stadio polizia e carabinieri controlleranno eventuali tifosi poco contenti. Quello che era il tempio della gioia e dei cori, ora è un grigio teatro dove la giustizia farà la resa dei conti con chi ha sporcato il pallone.

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