Allarme bomba al Colosseo Panico per centinaia di turisti

Viveva in una «depandance» della sua Fondazione. E lì è stato ucciso dal suo cameriere bemgalese. Si sono trovati davanti una scena raccapricciante i carabinieri arrivati nella camera da letto dell’ex senatore Ludovico Corrao, 84 anni, all’interno della sede della Fondazione Orestiadi, a Gibellina, la cittadina in provincia di Trapani rasa al suolo dal terremoto del ’68 che distrusse la valle del Belice. Il taglio alla gola, con cui Corrao è stato sgozzato, era talmente profondo che ha quasi lo aveva decapitato. Sul corpo, oltre ai segni lasciati dai colpi inferti con una statuetta, gli investigatori hanno rinvenuto tagli alle vene di entrambi i polsi. L’arma utilizzata sarebbe un coltello da cucina.
Saiful Islam, il domestico di 21 anni originario del Bangladesh, prima ha telefonato al segretario della Fondazione, confessando il delitto, poi ai carabinieri.
Ancora da chiarire il movente dell’omicidio, a quanto pare avvenuto durante un acceso diverbio. Corrao, era separato e padre di tre figli: Antonella, che si trovava con il padre nei locali della Fondazione ma che non ha assistito all’omicidio; Francesca, che sta rientrando da Cogne dove era in vacanza, e Vincenzo, che lavora negli Stati Uniti ed aveva incontrato il padre l'ultima volta nel giugno scorso, in occasione dell'84esimo compleanno.
Scuote la testa ancora incredulo, Michele La Tona, il segretario della fondazione Orestiadi. «Mi ha chiamato Saiful dicendomi: “Dottore, ho ammazzato il senatore”. A quel punto ho chiuso subito la telefonata e ho chiamato il nostro vicepresidente che è caduto dalle nuvole», prosegue. «Salvo poi scoprire che Saiful aveva detto la verità. Non riesco ancora a crederci. Sembra un incubo».
La Tona descrive il badante come una persona perbene che accudiva il senatore con dedizione e amore. «Ricordo che lo accompagnava ovunque, ad esempio quando Corrao andava a Palermo presso l’assessorato regionale. Non so cosa sia accaduto questa mattina. Tempo fa Corrao aveva persino pagato l’esame di guida di Saiful». La salma è stata trasferita nel primo pomeriggio nella chiesa del cimitero di Gibellina. Probabilmente già oggi il Comune allestirà la camera mortuaria nella sede del municipio.
È lutto nel mondo della politica e della cultura. «Posso solo dire che con l’uccisione di Ludovico Corrao, Trapani resta una terra desolata. Toscani se ne è andato, io sto andando via da Salemi e Corrao è stato ammazzato. Restano solo prefetti e questori a presidiare il territorio», dice Vittorio Sgarbi.
Il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, lo ricorda così: «Un convito protagonista del dialogo interculturale, un fervido assertore della centralità del Mediterraneo, un uomo in perenne ricerca di un umanesimo mediterraneo ispirato ai valori cristiani. Personalmente, ho perduto un amico che affido alla misericordia di Dio».

Mentre i membri del governo siciliano si dicono attoniti. «Con Ludovico Corrao scompare un'espressione della cultura siciliana che oltrepassa il localismo. È un pezzo della Sicilia, tra i più grandi e magnificenti, che si allontana».

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