Allarme Fmi: "L'Italia è in recessione, ora agire" Draghi: "Ripercussioni su famiglie e imprese"

Leipold, direttore del dipartimento europeo per il fondo: "Il pil farà segnare un -0,1% nel 2008 e un -0,2% nel 2009. Il governo dovrebbe liberalizzare". Draghi avverte: "Ripercussioni gravi". Berlusconi propone un tavolo banche-imprese. Mentre secondo l'Ocse, nel nostro Paese, si assottiglia la classe media: cresce il divario ricchi-poveri

Allarme Fmi: "L'Italia è in recessione, ora agire" 
Draghi: "Ripercussioni su famiglie e imprese"

Roma - In un periodo di choc finanziari, per un Paese come l’Italia che ha un potenziale di crescita e una produttività molto bassi "è molto facile andare in recessione". Lo spiega Alessandro Leipold, direttore del dipartimento europeo dell’Fmi, commentando le ultime previsioni del fondo che vedono il pil dell’Italia segnare un -0,1% nel 2008 e un -0,2% nel 2009. "Il problema dell’Italia - aggiunge Leipold - non è congiunturale, ma strutturale, quello di una produttività molto bassa. E se la produttività non migliorerà, siamo preoccupati per il lungo periodo". La crescita del pil italiano sarà negativa sia nel 2008 che nel 2009.

L'Italia e le liberalizzazioni La politica degli aiuti di Stato che l’Italia intende intraprendere "non è la giusta direzione". prosegue Leipold, per il quale, invece, nel nostro Paese bisognerebbe "procedere più velocemente con le liberalizzazioni. Anche perché il governo ha la maggioranza per farlo".

Draghi sctettico sul pil "Dopo il calo del Pil nel secondo trimestre i più recenti indicatori confermano segnali negativi per i prossimi trimestri. Calano i consumi delle famiglie sotto il peso dell’erosione del reddito disponibile, a causa dell’inflazione e dell’aumento del servizio al debito". Nell'audizione al Senato anche il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, concorda con l'analisi del fondo monetario internazionale. "E le ripercussioni della crisi vanno ben al di là del sistema bancario. Famiglie e imprese sono compite sia direttamente, per la perdita di valore dei titoli Lehman che esse detengono, sia indirettamente a causa delle prospettive di una restrizione del redito conseguente alle tensioni finanziarie del momento".

Berlusconi propone il tavolo banche-imprese Un tavolo, a Palazzo Chigi, con banche e imprenditori. Lo ha annunciato il premier Berlusconi, a Napoli, nel corso del suo intervento al’assemblea dell’Unione industriali. Il tavolo, finalizzato a prendere necessarie misure, si svolgerà al ritorno di Berlusconi dalla Cina. Come aveva richiesto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, per arrivare a una proposta che possa garantire credito alle imprese. Marcegaglia ha parlato a Napoli, all'assemblea degli industriali partenopei dove c'è il premier. Il presidente di Confindustria chiede inoltre "strumenti che aiutino la capitalizzazione delle imprese e supporti agli investimenti, in particolare un’aliquota agevolata per gli utili". La Marcegaglia ha anche sollecitato "agevolazioni fiscali per favorire il risparmio energetico". Berlusconi, comunque, non si lascia comunque scoraggiare: "Non abbiamo nessuna intenzione di cambiare l’impegno a ridurre nel 2011 il debito pubblico sotto il 100 per cento. Non intendiamo approfittare dela flessibilità di Maastricht. C’è un impegno assoluto del governo in quella direzione".

Giù i tassi L'impatto della crisi finanziaria non si farà sentire solo per l'Italia: "L’attività economica nei paesi avanzati dell’Europa sarà stagnante nel breve termine con una crescita stimata all’1,3% nel 2008 e allo 0,2% nel 2009. C’è spazio per un ulteriore taglio dei tassi da parte della Bce" aggiunge il direttore del dipartimento europeo dell’Fmi, Alessandro Leipold.

Consigli "Operazioni di stabilizzazione fiscale automatica dovrebbero sostenere l’attività economica, ma la salvaguardia della sostenibilità di lungo termine dei conti richiede che i deficit siano mantenuti nei limiti delle regole di bilancio. Eccezioni possono essere considerate se e quando le risorse pubbliche sono necessarie ad alleviare direttamente gli stress finanziari" scrive ancora l'Fmi. Ma anche se "la crisi finanziaria causerà un brusco rallentamento dell"attività economica, le azioni messe in campo per gestire la crisi dovrebbero permettere all'Europa di evitare conseguenze peggiori: assistiamo a una risposta concertata da cui emerge la consapevolezza della classe politica che la crisi globale necessita di una risposta globale.

In Europa la crisi fornisce un catalizzatore per un coordinamento che superi i confini; incoraggiamo i leader europei a proseguire con passi decisi sul recente impegno per azioni concertate e coordinate per risolvere la crisi rapidamente".

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