Allarme lifting, solo il 20 per cento sceglie un chirurgo doc

L’allarme arriva dal congresso nazionale dei chirurghi estetici riunito a Napoli e punta dritto verso Milano. Città della moda e della bellezza, non per forza naturale. «Solo il 20 per cento degli interventi estetici praticati in Italia sono eseguiti da medici specializzati in chirurgia plastica». E le conseguenze, inevitabilmente, tocca pagarle solo ai pazienti».
«Avevo conosciuto il mio chirurgo in palestra - racconta Fabrizia, 40 anni, di Milano - ma dopo la prima liposuzione mi aveva lasciato dei veri e propri buchi sulle gambe». La colpa? «Dei miei tessuti. E io ci credevo..». Era disperata Fabrizia, «mi coprivo sempre perché mi vergognavo troppo». Poi un’amica che racconta all’altra amica e «grazie al potere del passa parola ho deciso di provare a fidarmi di un nuovo chirurgo». Qui entra in scena Paolo Santanchè, che ammette: «Abbiamo dovuto ricominciare tutto dall’inizio, non è stato facile». E però l’impresa è riuscita bene e «ora Fabrizia - mastoplastica additiva, liposuzione e bleferoplastica - dimostra dieci anni in meno e sembra una ragazzina». Una storia, la sua, che somiglia a quella di tante altre donne. «Il cinquanta per cento degli interventi che faccio sono secondari - rivela Santanchè - e ciò significa che la metà delle volte opero per sistemare i danni altrui». Il segreto per non incappare in brutte esperienze è avere pazienza. «Il bello della chirurgia estetica è che non c’è fretta di agire - ricorda Santanchè - io consiglio sempre ai pazienti di prendersi tutto il tempo necessario per riflettere e informarsi circa le credenziali del medico».

È un lavoro fatto di precisione che difficilmente i laureati in medicina che si improvvisano specialisti nel settore possono aver acquisito. E allora meglio non rischiare, e affidarsi solo agli specialisti, quelli veri.

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