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Allarme del Wwf: il mare è malato trovati pesce spada e tonno al Ddt

Manila Alfano

È qualcosa di più di un’ipotesi: i veleni chimici di vecchia generazione hanno causato gravissimi danni non solo all’ambiente ma anche agli animali.
L’allarme arriva direttamente da uno studio condotto dal Wwf e dall’Università di Siena: nel pesce spada del Mediterraneo sono presenti 15 tipi di inquinanti chimici, alcuni già banditi dal commercio, altri di nuova generazione e di uso quotidiano. Ma per quest’ultimi, i sistemi di monitoraggio devono ancora svelare gli effetti dannosi sull’ambiente.
Tutte le sostanze esaminate hanno la caratteristica di degradarsi molto lentamente e di legarsi alla materia organica, ai tessuti grassi in particolare, accumulandosi nelle catene alimentari fino ai grandi predatori marini.
«Tutti gli inquinanti chimici trovati nel pesce spada sono presenti negli oggetti e negli arredi più comuni delle nostre case, nei computer, nei televisori, nei tappeti, nelle tende - avverte Michele Condotti, segretario generale del Wwf Italia - e questo ci dà l’immediata percezione di quanto grave e facile sia la possibilità di contaminazione; nei campioni utilizzati per esempio ci sono tracce di Ddt, il che la dice lunga sulla persistenza di una sostanza bandita da oltre 30 anni». I veleni riscontrati nel pesce spada appartengono ai gruppi dei pesticidi organoclorurati (ddt e hcb) e dei ritardanti di fiamma bromurati (8 tipi di pbde). Perché tanto allarme? Entrambi i gruppi, spiega il Wwf, presentano proprietà di distruttori endocrini, provocano danni al sistema ormonale e alterano le funzioni neurologiche, comportamentali e riproduttive, costituendo un grosso rischio per la salute umana e per gli ecosistemi. Tanto che si consiglia di non superare un’assunzione settimanale superiore ai 500 g di prodotto fresco.
«Il pesce spada, come grande predatore al vertice della catena alimentare, è un indicatore strategico del livello di contaminazione del Mediterraneo - dice Eva Alessi, consulente scientifico del Wwf Italia -. Non è azzardato dire che flora e fauna in questa regione sono sottoposte ormai ad uno stress chimico».
Questi veleni non hanno frontiere, ma il Mediterraneo è sicuramente più minacciato di altri, perché è il più grande mare semi-chiuso, circondato da Paesi a forte tasso di industrializzazione e ad elevato sviluppo agricolo. Ma il pesce spada non è l’unico ad essere condito con sostanze tossiche, c’è anche il tonno.

Lo dice Legambiente, che si unisce al Wwf nell’invito al Parlamento europeo che si esprimerà in autunno su «Reach» (registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche), a votare un regolamento che riduca drasticamente l’esposizione alle sostanze chimiche dannose.

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