Per la pace non serve Dio, basta il buon senso

La proposta del presidente russo è il risultato di mesi e mesi di duro e incessante lavoro, realizzato dietro le quinte da Donald Trump, ancora prima che questi diventasse per la seconda volta presidente degli Stati Uniti d'America

Per la pace non serve Dio, basta il buon senso
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Gentile Direttore Feltri,
il Papa, appena eletto, parla di pace ed opera il miracolo. Putin ha proposto a Zelensky di incontrarsi in Turchia per avviare i negoziati e giungere così alla fine del conflitto combattuto sul suolo ucraino. Insomma, Leone è riuscito dove non è riuscito Trump. Lei cosa ne pensa?

Francesco Gualtieri

Caro Francesco,
diamo a Trump quel che è di Trump, ti prego. Non ritengo che Putin abbia preso questa iniziativa per intervento divino o perché il Papa ha pronunciato la parola «pace». Sarebbe irrealistico e puerile crederlo. La proposta del presidente russo è il risultato di mesi e mesi di duro e incessante lavoro, realizzato dietro le quinte da Donald Trump, ancora prima che questi diventasse per la seconda volta presidente degli Stati Uniti d'America. Vogliamo togliere al tycoon pure questo merito? Sarebbe crudele e ingiusto. Egli ha operato alacremente per ammorbidire i toni, quantunque sia stato accusato, in particolare dopo il disastroso incontro con Zelensky alla Casa Bianca, di avere assunto un atteggiamento ostile nei confronti del presidente ucraino, e per avvicinare l'Occidente alla Russia, un Occidente, non solo americano ma anche europeo, che da anni, da prima che scoppiasse la guerra, ha riservato a Mosca e a Putin un trattamento poco amichevole, infliggendo sanzioni ed isolando la Russia, dandole appunto percezione di questo disprezzo. Questo - va da sé - non giova alle relazioni diplomatiche e non fa altro che inasprire la conflittualità esasperando le tensioni. È stato Trump e non Dio, senza nulla togliere al Padre Eterno, ad agevolare l'apertura di un canale di dialogo tra Mosca e Kiev. Senza dubbio arriva dalle masse un anelito sentito, una brama di pace, che si accende quando Leone XIV, dal balcone, interpretando e dando voce a tale aspirazione, dichiara: «La pace sia con voi», ma non è stato questo a persuadere Putin della opportunità di dare il via ad incontri diretti, che mai ci sono stati fino ad ora, tra Russia e Ucraina, sedute ad uno stesso tavolo allo scopo di trattare la pace.

Attenzione però. Non ci illudiamo né che questi negoziati vengano effettivamente inaugurati già a partire da questa settimana, ossia da giovedì, né tantomeno che il loro esito positivo sia sicuro. Qui di certo non c'è proprio nulla. Lo stesso Trump, che è, come il nostro Silvio Berlusconi, un ottimista di ferro, ha mostrato di recente di avere quasi perso le speranze che si possano mettere d'accordo questi due testoni, o coglioni, tra i quali «c'è troppo odio», parafrasando il presidente americano medesimo. Non sarà facile. Ma mi pare già molto soddisfacente che lo Zar abbia compiuto questo passo.

Se lo ha fatto è perché autentico è il suo intento di porre termine ai combattimenti che non hanno fatto altro che produrre distruzione e morti, giovani decimati, eserciti annientati, civili massacrati, bambini uccisi o rimasti gravemente feriti. Quante lacrime! Quanto sangue! Quanto dolore! Non serve neppure Dio, basta il buonsenso per accorgersi di quanto sia insensata la guerra.

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