Si trova bene nel clima «low profile» del governo Monti un sarto che ha fatto dell’eleganza misurata e «bon ton» la sua bandiera, come Camillo Bona. Sfila al Santo Spirito in Sassia, chiudendo la quarta giornata della fashion week di Alta Roma Alta Moda e sceglie come ispirazione la matrioska, simbolo della fertilità e della trasformazione che in periodi di crisi è benaugurante.
Per un personaggio schivo come Bona, che rifugge i riflettori ma coltiva un’ampia clientela della buona borghesia non solo romanae, conta però prima di tutto la sartorialità e il costume folk della matrioska, con i suoi strati sovrapposti, è solo uno spunto per costruire nuovi e raffinati abiti, esercitandosi a giocare con i tessuti, intrecciando rafia e seta, incrostandoli di merletti, cammei e cristalli. I capi della nuova collezione primavera estate sono uno e centomila e tra i colori spicca quello che sulle passerelle romane è risultato quello vincente della stagione: il verde, in diverse sfumature e tonalità. Verde speranza, dice qualcuno, sempre con riferimento alla difficile congiuntura economica.
Il primo dei 29 outfit di Bona è un tubino bianco e verde, in doppio crepe di lana e di una lunghezza chic appena sopra il ginocchio. Lo avvolge una cappa che aprendosi si trasforma in uno spolverino. E poi ancora il verde, ma accostato all’albicocca, in un modello di doppio crepe di lana e seta, che sfoggia al centro un intarsio-cammeo con la figura di una dama. Sopra, un’altra cappa-spolverino con manica fantasia. Bona presenta più abiti e meno pantaloni sia per il giorno che per la sera, sovrapponendo sfumature di colori tenui e cipriati.
Il modello da cocktail in georgette avorio a pois neri è decorato con perle, la giacca-bustier nera che arriva sopra il ginocchio è in rafia, l’abito lungo a fiori fucsia e lavanda è realizzato con budellini di organza. Per chiudere la sposa, dalle linee rinascimentali che acquistano contemporaneità soprattutto nella gonna in rafia sotto il bustier-gioiello.
Trasformazione è la parola d’ordine anche negli accessori di Nello Galderi, come la singolare collana di perle che diventa una cravatta con una zip.
Nella stessa giornata un premio alla carriera viene consegnato in Campidoglio al grande maestro delle «sculture di tessuto»: Roberto Capucci. Il sarto riceve la Lupa capitolina dal sindaco Gianni Alemanno, in una cerimonia ai Musei capitolini. Molti hanno già detto che è un riconoscimento tardivo e lo ammette anche il primo cittadino. «Ma noi - aggiunge Alemanno- siamo profondamente orgogliosi del rapporto speciale che Capucci ha con Roma».
Altro evento ai Mercati di Traiano, dove la giovane stilista Caterina Gatta reinterpreta lo stile di un grande ormai scomparso come Pino Lancetti. Il suo marchio compie 50 anni e gli fa omaggio la seconda edizione di Re-Edition, il progetto di Altaroma dedicato al recupero delle griffe del passato attraverso la creatività delle nuove leve. Quella della Gatta è una minicollezione di abiti e accessori realizzati con i tessuti vintage della maison Lancetti: otto abiti da sera e da cocktail in sete, chiffon e rasi originali stampati nelle fantasie floreali tipiche dello stilista negli anni Ottanta e Novanta. La giovane creativa è riuscita a scovarli nei mercatini e nei vecchi negozi di Milano, Roma e Firenze.
E con gli stessi tessuti ha realizzato un paio di scarpe dai tacchi a spillo rivestit e di seta stampata a rose rosse, oltre che un grande scialle-foulard. La minicollezione è già in vendita on line grazie alla collaborazione con yoox.com.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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