Altipiani di Arcinazzo protesta anti-rifugiati

Resteranno per tre mesi agli Altipiani di Arcinazzo, località turistica in provincia di Frosinone, i primi cento immigrati arrivati ieri pomeriggio da Lampedusa e Pantelleria nel centro di accoglienza e formazione aperto in un hotel della cittadina. Una decisione piovuta sulla testa dei 400 abitanti del paese che ieri sono scesi in piazza a manifestare perché temono per l’immagine del paese molto frequentato nella stagione invernale e in estate. Preoccupati anche per le possibili ricadute sulla sicurezza di un piccolo centro tranquillo e fuori dalle cronache. Perché gli Altipiani di Arcinazzo, conosciuti come la «Svizzera italiana», vivono di turismo. Qui ha una villetta anche il ministro degli Esteri Franco Frattini e sono di casa il penalista Carlo Taormina e il rettore dell’Università Lateranense, monsignor Rino Fisichella. E ora l’arrivo dei 100 immigrati, tutti in attesa dello status di rifugiati politici, rischia, secondo gli abitanti, di alterare l’equilibrio tutto di provincia, anche se dorata. In un primo momento gli immigrati dovevano essere ospitati a Fiuggi, ma la struttura individuata era stata ritenuta inadeguata dalla Prefettura. I cento immigrati, giunti su due pullman, provengono dall’Etiopia, dall’Eritrea e dalla Somalia e si trovano in Italia grazie a una convenzione firmata dalla Confraternita di San Trifone e dal ministero dell’Interno. Alla scadenza dei tre mesi è previsto l’arrivo di altri immigrati. Da ieri la località turistica è blindata da polizia e carabinieri, e questo non ha fatto altro che accrescere le preoccupazioni degli abitanti e dei commercianti che annunciano manifestazioni di protesta. «Chi ci garantisce più la sicurezza e che fine faranno le nostre attività se i turisti non verranno più?», dicono mentre presidiano la strada davanti all’hotel. E ancora: «Il sindaco di Trevi, Silvio Grazioli - dice Giovanna Grecco, titolare di un ristorante - dovrebbe tutelarci. Con questa iniziativa non si va in questa direzione». Il sindaco ha tentato di tranquillizzare gli animi spiegando che «tutti gli immigrati sono in attesa dello status di rifugiati politici.

Molti di loro arrivano da Paesi in guerra». E ha assicurato: «Non ci saranno problemi di ordine pubblico e sicurezza». Ma intanto gli abitanti di Arcinazzo scendono in strada e promettono: «Andremo avanti fino in fondo».

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