Un’altra carta lega Tulliani ai paradisi fiscali

L’amministratore del palazzo di Montecarlo scrive al «cognato» di Fini, affittuario, e alla società off-shore Timara Ltd, proprietaria, come se fossero la stessa figura. Ma lo sono davvero?

Un’altra carta lega Tulliani ai paradisi fiscali

Gian Marco Chiocci
Massimo Malpica


«Société Timara Ltd (Mr Tulliani)». Fa una certa impressione leggere l’intestazione della lettera riservata che Michel Dotta, l’amministratore del condominio del Palais Milton, quello dove vive il fratello della compagna di Fini, invia all’inquilino-cognato del presidente della Camera per chiedere di saldare spese condominiali arretrate. Il syndic Dotta, personaggio di elevatissima caratura nel Principato in quanto amministratore di centinaia di condomìni, oltre che presidente della camera immobiliare monegasca, e dunque a conoscenza dei segreti del mattone dei residenti col conto in banca a sei o nove zeri, anziché fare riferimento al fratello di Elisabetta lo mette fra parentesi, rivolgendosi nero su bianco alla società off shore proprietaria della casa donata ad An dalla contessa Anna Maria Colleoni. Timara e Tulliani, come fossero sinonimi.
C’È POSTA PER TE

Per non sbagliare Dotta li mette entrambi, uno al fianco dell’altro, sull’intestazione del sollecito di pagamento. Meno di duemila euro: per la Timara è più del doppio del suo capitale sociale (che ammonta a mille dollari), per Tulliani sono bruscolini, visto che il giovanotto gira in Ferrari e vive a Montecarlo grazie all’attestato di autosufficienza economica che gli è stato dato a fronte di un versamento in banca che di solito non è mai inferiore a 300mila euro. Ossia il valore della casa di boulevard Princesse Charlotte, svenduta da An alla fiduciaria offshore Printemps per 300mila euro, e da Printemps alla gemella Timara per un dieci per cento in più.
La comunicazione dell’amministratore è solo l’ultima briciola di pane di un sentiero che per Pollicino Tulliani non è affatto sicuro. Gli indizi, infatti, sembrano portare alla conclusione che Tulliani sia tutto tranne che uno sconosciuto per la Timara, sempre che il «cognato» di Fini non si identifichi del tutto con la società caraibica. Ieri Il Giornale ha rivelato che sul contratto di affitto tra la proprietaria di casa Timara e l’affittuario Tulliani c’è una sorprendente anomalia: le firme del rappresentante della società e quella di Giancarlo, ossia delle controparti, sono identiche: la stessa persona ha apposto la propria sigla sotto le diciture “le preneur” e “le bailleur”, annotando per due volte a mano, con identica grafia, “Lu et approuvé” (letto e approvato).
Timara e Tulliani sono dunque la stessa cosa? Alla domanda posta dal Giornale, che si è anche sforzato di immaginare ipotesi alternative su quelle firme gemelle, nessuno ha replicato. Non Tulliani, non i suoi avvocati, non la Timara, nemmeno un terzo, ipotetico autore delle firme sul contratto. Silenzio assenso?
INQUILINO NOTO

MA SCONOSCIUTO

Prima l’affitto con giallo, poi il sollecito a Timara/Tulliani di Dotta. Che alla fine di luglio, intervistato dal Giornale, sostenne di non sapere chi fossero Tulliani, Timara, Printemps e compagni. «La Timara non mi dice niente, non la conosco, mai sentita prima», aveva spiegato: «Sono il presidente delle agenzie immobiliari qui a Monaco e questa Dimara, Timara o come si chiama, è la prima volta che la sento. Non conosco Giancarlo Tulliani, non è un nostro inquilino e noi di inquilini ne abbiamo a centinaia. Conosco invece Luciano Garzelli». Che poi è l’uomo che al Giornale ha raccontato che mobili e cucina per quell’appartamento arrivarono dall’Italia, e che a dire la propria sull’andamento dei lavori, curati dal figlio, Stefano, oltre a Giancarlo Tulliani, c’era anche la sorella Elisabetta.
Ma le anomalie e le stranezze sospette emerse solo negli ultimi giorni non finiscono qui. C’è anche la strana storia delle bollette di casa Tulliani a Montecarlo, che il «cognato» di Fini ha domiciliato, chissà perché, a casa d’altri. E precisamente all’indirizzo dove abita James Walfenzao, che direttamente o indirettamente è amministratore di entrambe le società offshore, sia Printemps (che comprò da An) che Timara (che acquisto dalla gemella e poi affittò a Tulliani). Perché mai le utenze di Tulliani finiscono nella cassetta delle lettere di Walfenzao, che è un intermediario finanziario del gruppo Corpag, la cui branca di Saint Lucia è, guarda caso, proprio lo studio in cui hanno sede legale Printemps e Timara?
Perché Tulliani, che avrebbe convinto Fini a vendere all’acquirente da lui stesso individuato, se non ha niente da nascondere, non chiarisce? Non c’è mica lui dietro al sistema di fiduciarie che coprono il nome del reale proprietario?
TUTTO PORTA A GIANCARLO

Certo, ormai avrebbe difficoltà a negare di conoscere, e bene, la struttura di quelle fiduciarie. Alla prima, la Printemps, ha permesso di concludere un grande affare, assicurandole un appartamento nel principato di Monaco per soli 300mila euro. Dalla seconda ha ottenuto in affitto la stessa casa. Come intermediatore immobiliare non sarà molto attivo, ma un tetto per se stesso l’ha trovato. In modo, per la verità, non proprio trasparente. Intanto dalle nuove carte visionate ieri dal Giornale si può completare il puzzle delle avventure monegasche del giovin Tulliani. La data del suo arrivo «ufficiale» nel Principato, stando alla carta di residenza (numero 053961), è il 20 febbraio del 2009.
LE AMNESIE

DELL’AMBASCIATORE

Curiosamente, l’ambasciatore italiano a Monaco, Franco Mistretta, nell’intervista al Giornale dello scorso 17 agosto, ricordava però di aver incontrato Tullianino la prima volta intorno al marzo del 2009, e che in quell’occasione il ragazzo, qualificandosi come «cognato» di Fini, gli chiese lumi per ottenere la residenza. Visto che la residenza ce l’aveva già (e anche la casa in fitto, fin dal 30 gennaio del 2009, pur se i lavori andranno avanti fino al 2010), forse i ricordi della Feluca andrebbero un po’ retrodatati. Tulliani rinnova il permesso il 21 gennaio 2010.

Tornerà a farlo il 19 febbraio dell’anno prossimo. Sempre che nel frattempo non cambi idea. Lui, o le autorità monegasche responsabili delle concessioni di residenza.
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it

massimo.malpica@ilgiornale.it

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