Da destra a sinistra: Salihamidzic, Poulsen, Felipe Melo e Marchisio. Ecco a voi, il centrocampo della Juve: varato mercoledì contro il Parma, confermato quasi certamente domani sera contro il Milan. «Serve equilibrio», aveva detto Ferrara alla vigilia del match contro gli emiliani. Ed equilibrio cè stato: altra roba è, però, il giocare a calcio provando a costruire qualcosa di decente. Non è quindi un caso che i due gol segnati dalla Juve siano arrivati da calcio dangolo: palla in mezzo e via a sperare in uninzuccata da parte di qualcuno. È successo due volte e poco importa se in unoccasione è arrivato un autogol: Ferrara ha salvato la panchina, adesso sotto con il Milan e unaltra partita muscolare. Contro lInter è bastato, ma cera in campo Sissoko e il modulo era ancora il rombo. Oggi, un mese e uno psicodramma dopo, andrà in campo una Juve diversa: tornare al 4-3-1-2 pare escluso, di mettere Del Piero largo a sinistra non se ne parla. In più, ieri sui bianconeri è caduta unaltra tegola: Giovinco out per uno stiramento. E, allora, avanti così: con tre portatori dacqua e Marchisio - tra tutti, quello con i piedi migliori - emarginato a sinistra. La sua intelligenza e la sua gamba servono però in quella zona del campo e lui non può far altro che obbedire, provando a puntare la porta di Dida sfruttando i movimenti di Diego.
Ecco, il brasiliano: giocherà ancora seconda punta al fianco di Amauri (Trezeguet sarà ko per quasi due mesi) e costringerà Del Piero alla quarta panchina consecutiva e a domandarsi chi mai glielabbia fatta fare di insistere per il prolungamento del contratto fino al 2011. Se non segnerà nemmeno domani, il capitano chiuderà senza gol il girone di andata per la prima volta da quando gioca: il viale del tramonto è lì che lo aspetta, pur se lui si allena e sbuffa come ai bei tempi. Al momento, però, Ferrara ha scelto il numero 28 e a Del Piero non resta che la panchina.
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