America's Cup, Alinghi attacca New Zealand: "Ha scelto Napoli senza consultarci"

L'imbarcazione svizzera alza la voce contro New Zealand con un lungo comunicato, spiegando i motivi della mancata partecipazione alla prossima America's Cup

America's Cup, Alinghi attacca New Zealand: "Ha scelto Napoli senza consultarci"
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Scoppia di nuovo polemica tra Alinghi e Team New Zealand dopo l’assegnazione dell’America’s Cup 2027 a Napoli. Il team di Ernesto Bertarelli, grande protagonista nell'ultima edizione della competizione di vela più prestigiosa al mondo, è sempre più deciso a non prendere parte alla prossima, in programma tra due anni nel Golfo di Napoli.

Il motivo? L'equipaggio elvetico non ha criticato tanto la scelta in sé della città partenopea, ma piuttosto la modalità in cui si è arrivata all'assegnazione, frutto di una decisione unilaterale da parte di Team New Zealand, detentrice del titolo. Tutto ciò ha spinto Alinghi a dire addio in vista della prossima campagna di America's Cup riducendo ulteriormente il lotto dei partecipanti dopo il forfait di INEOS Brittania.

"Quando, nello scorso mese aprile, Alinghi Red Bull Racing ha annunciato il suo ritiro dalle selezioni per la 38ª America’s Cup, lo ha fatto in virtù di fondati timori emersi sulla gestione e sulla governance della Coppa da parte del Defender Team New Zealand". Inizia così la lunga nota pubblicata da Alinghi Red Bull Racing.

"Pur accogliendo con entusiasmo la scelta di Napoli come perfetta sede ospitante dell’America’s Cup 2027, i timori si sono ulteriormente aggravati ieri, quando Team New Zealand ha celebrato l’annuncio della città ospitante nel corso di un evento in città", spiega Alinghi facendo riferimento alla conferenza stampa di presentazione avvenuta a Castel Dell’Ovo alla presenza anche del ministro dello Sport, Andrea Abodi.

"Team New Zealand non ha alcun diritto di farlo senza aver prima concordato un Protocollo con il Challenger of Record Athena Racing, che non è stato consultato in merito alla scelta della sede ospitante, un elemento che ha un impatto critico su tutti i team sfidanti in termini di costi e di logistica", rileva Alinghi alzando i toni nei confronti dei detentori dell'America's Cup.

"Firmando un accordo commerciale con la città ospitante che include le regate delle Challenger Series per la Louis Vuitton Cup, Team New Zealand ha venduto qualcosa su cui non detiene i diritti. Questo non è accettabile. Inoltre, la mancanza di trasparenza sui termini dell’accordo relativo alla sede raggiunto da Team New Zealand solleva una domanda fondamentale: come può essere approvata una sede senza che né la città ospitante né nessuno dei team sfidanti sappiano quale sarà il format della regata?", si domanda Alinghi.

A quanto pare, però, la rottura non può ancora definirsi insanabile. Il team svizzero sembra infatti lasciare aperto uno spiraglio sulla possibile trattativa: "Restiamo fiduciosi sul fatto che sia possibile concordare un Protocollo condiviso tra il Defender e il Challenger of che stabilisca uno scenario sportivo equo per l’organizzazione delle regate e un evento che sia commercialmente sostenibile per tutti i team coinvolti nell’America’s Cup".

Non si esclude infatti un clamoroso dietrofont, qualora alcune condizioni venissero a realizzarsi: "Se questo obiettivo sarà raggiunto, allora Alinghi sarà

pronto a valutare le modalità con cui far parte di questo futuro, specialmente in una sede straordinaria come Napoli, nel 2027, in un contesto davvero all’altezza della più prestigiosa competizione velica al mondo".

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