
C’era un tempo in cui ogni suo tuffo veniva accompagnato da un boato. Accadeva ai Mondiali di Roma 2009, quando Tania Cagnotto, che oggi compie 40 anni, per raggiungere la piscina doveva districarsi tra la folla, scortata dai body guard. Adesso, al Foro Italico la gente acclama Sinner, che l’ex campionessa ha conosciuto meglio di tanti altri.
Tania, è davvero così?
“Con Jannik ci siamo visti qualche settimana fa. È stato come se io e mio marito Stefano avessimo in casa una persona normalissima. È il bello suo”.
Che cosa l’ha colpita di Jannik?
“È una persona semplice, carina, ed è ancora un ragazzino, perché comunque dimostra i suoi ventitré anni. È simpatico, leggero, educato. Non ho un aggettivo negativo su di lui!”.
Avete parlato dei vostri mondi?
“Non credo che lui abbia bisogno di consigli. Però sì, ci siamo confrontati. Nel tennis, la testa conta forse di più. La differenza è che loro possono recuperare dopo un errore, coi tuffi no”.
Siete entrambi altoatesini. Come mai tanti campioni arrivano dalla vostra terra?
“Credo che il luogo in cui viviamo un po' aiuti. Jannik è cresciuto in un paesino con tradizioni e poca vita mondana. Io anche, a Bolzano. Poi conta moltissimo la famiglia che c’è alle spalle. E poi è vero, come dicono, che noi altoatesini siamo un po' cocciuti”.
Adesso Tania cosa fa?
“Sono vicepresidente della Federazione Italiana Nuoto. In più, sono mamma di due bambine (Maya e Lisa) ancora piccole”.
È anche mental coach, giusto?
“Sì, ho fatto vari corsi e sto proseguendo con gli studi. Seguo alcuni tuffatori e una ginnasta”.
Come mai ha scelto questo percorso?
“Mi ha sempre affascinato l'aspetto psicologico. In passato, ho anche sofferto. I tuffi sono uno sport dove la tensione è alle stelle, nei momenti importanti, e bisogna cercare di rimanere tranquilli. Mi piaceva l'idea di poter aiutare gli atleti ad affrontare al meglio le gare e migliorare la performance”.
I social quanto influiscono?
“I social sono un'arma a doppio taglio. Da una parte tu riesci a dire sempre la tua. Puoi difenderti magari da un articolo di giornale, con il quale non sei d'accordo. Dall'altra, vedi anche il caso Pellegrini-Sinner. Cioè, è scoppiata una bomba per una semplice frase letta. Per certi atleti ormai è un lavoro, diventano come degli influencer. E devi stare attento al politically correct. Non è facile”.
Con la storica compagna di sincro, Francesca Dallapè, state insegnando alle vostre figlie l’arte dei tuffi?
“Adesso facciamo fatica anche solo a sentirci al telefono. Ma quando ci vediamo con i nostri figli, trascorriamo una giornata in piscina”.
Come vorrebbe essere ricordata Tania Cagnotto?
“Come un’atleta che non ha mai mollato, ostinata, e che si è rialzata quando sembrava ormai finita. E come un’atleta pulita ed elegante”.
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