
Un’esperienza quarantennale, accompagnata dallo stesso entusiasmo di un giovane cavaliere e dalla consapevolezza che, anche dopo una vita di competizioni e successi, c’è sempre modo di imparare qualcosa. Arnaldo Bologni è il pezzo di storia del jumping azzurro che sarà protagonista dello CSIO Roma - Master d’Inzeo (21-25 maggio) uno dei sette eventi delle Rolex Series, tra gli appuntamenti più prestigiosi del jumping internazionale.Un traguardo che arriva a pochi mesi dal 65° compleanno (che compirà ad agosto) e un ulteriore tassello della carriera straordinaria di questo cavaliere nato a Reggio Emilia, che oggi nella sua terra guida un magnifico centro ippico, a Campagnola Emilia.
"Il nostro è uno sport fantastico che ci permette di avere una carriera longeva e sempre ricca di grandissime soddisfazioni. Non c’è nessun altro sport come questo - ha detto -. Credo di essere la prova vivente che montare a cavallo faccia bene. L’equitazione è uno sport che va praticato". Quest’anno a Roma il fuoriclasse emiliano è presente nelle gare individuali con due cavalli: «D Mark 2 e Taylormade Mequilot PS sono due esemplari super, capaci di regalare grandi soddisfazioni», ha raccontato. E a chi gli ha chiesto se si sentiva di dare qualche consiglio ai più giovani, come il giovanissimo azzurro Davide Vitale, 20 anni ancora da compiere, Arnaldo ha risposto con la consueta schiettezza: "Quando si monta a cavallo, ogni consiglio che ci arriva da chi ci vede da terra è sempre prezioso, sia che arrivi da qualcuno con più esperienza, sia dai più giovani. Serve sempre tutto".
Bologni ha firmato per l’Italia alcune pagine indelebili del jumping. Partendo proprio da Roma e da Piazza di Siena, fu sua la vittoria del Gran Premio in sella a Mayday nel 1994. Una vittoria storica, che arrivò dopo quella di Piero d’Inzeo del 1976, diciotto anni dopo. E proprio in quello stesso anno, Bologni si impose anche sul difficile campo di Hickstead. E poi tanti altri piazzamenti e vittorie di rilievo: tra queste La Baule Aachen, Rotterdam, Keppelen, Dinard, Stoccolma. Nel suo palmares c’è di tutto: due Olimpiadi, Barcellona 1992 e Atlanta 1996, quattro Campionati del Mondo e tre Europei. Una carriera stellare che non gli ha fatto perdere il senso dell'umorismo e la voglia di rimettersi in gioco ogni volta.
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