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Quanto dura una partita di rugby e come funziona il punteggio

Alla vigilia dell'ultima giornata del Sei Nazioni 2023 vi proponiamo un breve ripasso sulla palla ovale: quanto dura una partita, come si assegna il punteggio e varie altre regole, così da godervi meglio le gare del Super Saturday

Sei Nazioni, quanto dura una partita di rugby e come funziona il punteggio
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Con l’arrivo della primavera, il torneo di rugby più prestigioso dell’emisfero settentrionale, il Sei Nazioni, arriva alla conclusione. Nel cosiddetto Super Saturday, le tre partite dell’ultima giornata decideranno la classifica finale, assegnando poi il trofeo. Visto che saranno gare molto tirate e spettacolari, di fronte ad un pubblico appassionato come pochi, magari siete incuriositi da questo sport antico ed affascinante. Per riuscire a godervi meglio Scozia-Italia e le altre partite di sabato, cercheremo di spiegare in termini quanto più semplici possibili i fondamentali di questo sport.

Quanto dura una partita

La domanda forse più semplice è proprio questa: quanto dura in media una partita di rugby? Nel caso della cosiddetta rugby union, il rugby a 15, dieci minuti meno di una partita di calcio, divisi in due tempi di 40 minuti. In realtà le cose non sono così semplici, visto che ci sono diverse eccezioni che possono allungare la durata di una gara. Nelle partite tra nazionali, ad esempio, l’arbitro ferma il cronometro durante le interruzioni di gioco. Invece del tempo effettivo, in altri tornei si calcola quanto tempo durano gli interventi dei medici così da poterli recuperare alla fine del tempo.

Garbisi 2 Italia Irlanda

Tra i due tempi c’è un intervallo che può durare al massimo 10 minuti, dopo il quale le squadre cambiano campo come nel calcio. In realtà, però, la gara non è detto che finisca esattamente all’80° minuto. Quando scade il tempo la squadra che ha il pallone può continuare a giocarlo fino a quando la palla non esca dal campo o venga commesso un fallo. Solo a questo punto l’arbitro potrà fischiare la fine della gara, non prima.

Come si segna una meta

Un’altra delle domande che si pongono più spesso i neofiti della palla ovale è come funzioni il punteggio. Il modo principale di mettere punti sul tabellone è di segnare una meta. Perché questa segnatura sia assegnata è necessario che l’ovale non solo tocchi il terreno dell’area di meta ma anche che un giocatore dell’attacco faccia pressione su di essa con le mani o con una qualsiasi altra parte del corpo dalla vita in su. Questo è il modo principale di segnare nel rugby, quello che fa esplodere di gioia i tifosi e che decide le partite. Come mai? Perché vale 5 punti e la possibilità di segnare un calcio piazzato da due.

In realtà ci sono altri due modi per segnare una meta, molto diversi tra di loro. Quando una mischia o una maul riesce ad entrare nell’area di meta, appena la palla supera la linea un giocatore dell’attacco può segnare una meta “sulla spinta”. C’è poi quella che viene definita penalty try, ovvero la meta assegnata dall’arbitro. Se il direttore di gioco ritiene che un fallo della difesa abbia impedito una meta certa, può assegnarne una d’ufficio. La meta di punizione in questo caso vale 7 punti, senza possibilità di calcio di trasformazione.

Come si tira la trasformazione

Una volta segnata la meta, l’arbitro assegna un calcio piazzato di trasformazione (conversione). Gli osservatori occasionali del rugby possono essere confusi dal fatto che non tutte le conversioni avvengano dal solito punto. In effetti la regola non specifica esattamente da dove verrà tirato il piazzato, ma solo un criterio generale. Il calcio va tirato da un qualsiasi punto sulla linea immaginaria perpendicolare al punto dove la meta è stata marcata. A questo punto starà al calciatore scegliere la distanza dai pali, che può variare a seconda delle sue preferenze o caratteristiche tecniche. Visto che tirare da un angolo stretto è molto complicato, in linea di massima la conversione è tanto più lontana dai pali quanto la meta è stata vicina alle linee laterali. I punti assegnati, comunque, non cambiano; sono sempre e comunque due.

Inghilterra Italia 2

Punizioni o calci liberi?

Un’altro modo di mettere punti sul tabellone è quello di segnare un calcio di punizione, che vale tre punti. Questo piazzato è frutto di una infrazione grave rilevata dall’arbitro. Il direttore di gioco a questo punto offre una scelta alla squadra che ha subito il fallo: piazzare un calcio tra i pali ed ottenere tre punti oppure giocare la palla velocemente, sperando di cogliere la difesa impreparata. L’attacco può anche chiedere una mischia, specialmente se è vicino alla meta o guadagnare terreno calciando il pallone in touche, mantenendo il possesso del pallone.

In effetti, l’arbitro può concedere anche un altro calcio, definito “libero”, quando l’infrazione non è così grave. In questo caso l’attacco può chiedere una mischia a proprio favore, giocare la palla velocemente o guadagnare terreno calciando il pallone in rimessa laterale. In questo caso, però, a lanciare la palla sarà la difesa, rendendo più complicato il recupero dell’ovale.

Quanto vale un drop

L’ultimo modo di segnare punti nel rugby è forse quello più spettacolare, complicato e capace di cambiare il corso di una partita da un secondo all’altro. Qualsiasi giocatore può fare rimbalzare il pallone a terra, calciando l’ovale appena rimbalza durante una normale azione di gioco. Se la palla finisce in mezzo ai pali, vengono aggiudicati tre punti all’attacco. Il cosiddetto drop kick è allo stesso tempo emozionante e rischioso, visto che la palla da rugby ha rimbalzi spesso imprevedibili. Quando però funziona, è uno dei modi più sicuri per decidere situazioni di gioco complicate, mettendo fuori causa anche la difesa più arcigna.

Come si calcola la classifica

La classifica del Sei Nazioni è molto diversa da quella di un normale torneo di calcio, tanto da far rimanere interdetto uno spettatore occasionale. In realtà il sistema adottato dal torneo più antico del mondo dal 2017 è piuttosto semplice e serve per premiare il gioco offensivo e lo spettacolo. Il sistema australe funziona più o meno così: 4 punti per la vittoria, 2 punti per il pareggio, un punto di bonus a chi segna almeno 4 mete, un punto di bonus per chi perde con meno di 7 punti di scarto.

Ange Capuozzo

L’ultimo bonus, il più prezioso, sono i tre punti assegnati alla squadra che riesca a battere tutte le altre, realizzando il cosiddetto Grande Slam. L’Irlanda, se sabato alle 18 riuscirà ad avere la meglio sull’Inghilterra, conquisterebbe il quarto Slam della sua storia al Sei Nazioni. Segnare più punti, quindi, è un comportamento sempre premiato, come dimostrano peraltro i punteggi pesantissimi inflitti da certe nazionali negli ultimi anni.

Lo spettacolo ne ha guadagnato, per la gioia di sponsor, tifosi e televisioni.

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