Altro che indignati, Occupy Wall Street ha un conto in banca da mezzo milione

New York Indignati sì, ma con le spalle ben coperte da un conto in banca di circa mezzo milione di dollari. È vero che le donazioni al movimento di Occupy Wall Street sono crollate dopo lo sgombero di Zuccotti Park a metà novembre. È vero che il sostegno agli indignados è passato da oltre 20mila dollari al giorno nella fase più intensa, a metà ottobre, a soli 98 dollari il 13 dicembre. Ma il movimento newyorchese ha in banca mezzo milione di dollari: è il risultato della differenza tra i 691.496 dollari donati e i 160mila spesi per gestire l’occupazione e le manifestazioni.
I dati si ricavano dai conti resi pubblici su internet dagli indignados, all’indirizzo http://accounting.nycga.net. Secondo gli occupanti il denaro è depositato alla Amalgamated Bank, una della banche di credito cooperativo fondate durante la Grande depressione, controllata al 60 per cento dal Seiu, il Sindacato dei lavoratori dei servizi. Il blog del gruppo «Accounting» degli occupanti, cioè la contabilità, è chiaro. Tutte le spese sopra i 100 dollari devono essere approvate dall’assemblea generale, e anche i verbali delle riunioni sono pubblici. Le spese sono responsabilità dei singoli gruppi di lavoro che le richiedono, e vanno contabilizzate. A parte i documenti dichiarati «persi» durante gli sgomberi. Metà del bilancio è occupato dalle voci di spesa per cibo e trasporti.

Ma pesano anche le pulizie, dei luoghi pubblici occupati e degli abiti degli accampati, le spese mediche dopo gli scontri con la polizia, e altre ricevute più singolari, come quelle presentate per rimborso dal gruppo di lavoro «Guerra di classe»: 20 dollari per una riunione con uno studio grafico, 29 per buste a prova di apertura, 20 per scarpe. O i 107 dollari per la «batteria del Mac» e altri 100 per l’acquisto di un indirizzo web. Oltre al «taxi per andare da Sotheby’s». Sempre per manifestare, è ovvio.

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