Altro che «maiale», da oggi Dsk è pulito

Altro che «maiale», da oggi Dsk è pulito

E due. Nel giorno in cui Tristane Banon manda in libreria «Il ballo degli ipocriti», il libro-denuncia in cui lo definisce un «maiale» e un «uomo babbuino», Dominique Strauss Kahn si libera del secondo fardello giudiziario che gli pendeva sul collo e chiude la partita anche con la giustizia francese. Archiviata per «mancanza di prove» la denuncia per tentato stupro presentata dalla giornalista francese a otto anni di distanza dai fatti e archiviata per prescrizione anche «l’aggressione sessuale», che si è svolta nel 2003 e non può più essere perseguita a distanza di tre anni dal presunto reato. Ieri era l’orco, lo stupratore, il brutale, oggi è un uomo dalla fedina penale pulita.
«Completamente scagionato», dice l’avvocato dell’ex direttore del Fondo monetario internazionale, comprensibilmente soddisfatto. «Un aggressore sessuale non condannato solo grazie alla prescrizione del reato», dice l’avvocato della scrittrice. È la doppia verità che continuerà a circolare sul socialista francese finito nella polvere il 14 maggio 2011, quando è stato arrestato a New York per tentato stupro in seguito alla denuncia di una cameriera dell’hotel Sofitel, Nafissatou Diallo. Ma la verità giudiziaria è un’altra. L’incubo americano si è chiuso dopo tre mesi di calvario giudiziario e gogna mediatica con l’archiviazione della procura di New York il 23 agosto per mancanze di prove e perché la sua accusatrice non è stata ritenuta attendibile. Il caso è ancora aperto quando dal nulla spunta la bionda Banon. Figlia di Anne Mansouret, consigliera regionale socialista, la giovane scrittrice esce allo scoperto mentre Strauss Kahn è nel ciclone - si è dimesso da direttore del Fmi - e denuncia un tentato stupro che risalirebbe al 2003. Dice di non aver parlato prima perché troppo difficile superare il trauma e perché sconsigliata da parenti e amici. Racconta di essere stata aggredita in un appartamento di Parigi dove si era presentata per un’intervista, di «essersi battuta» con il suo aggressore, «di avergli tirato dei calci» mentre lui le «sganciava il reggiseno» e cercava di «sbottonarle i jeans». Una versione confermata solo qualche settimana fa durante un faccia a faccia al commissariato con Dsk. Una versione completamente differente da quella di Dsk, che ha invece ammesso di aver tentato di baciarla ma di essersi fermato dopo essere stato respinto.
I giudici ieri hanno stabilito che non ci sono prove sufficienti per dimostrare il «tentato stupro», riconoscono però «fatti che possono essere definiti di aggressione sessuale», ma che non possono essere perseguiti perché il tempo è scaduto, sono prescritti dopo 3 anni. La cameriera Diallo dice che i procuratori francesi sono stati influenzati dal caso di New York.

Di certo la Banon è stata beffata dal tempo e dalla sua indecisione, ma le restano grande pubblicità e visibilità. A Dsk la soddisfazione di essere uscito dal tunnel, ma l’interruzione di una carriera che lo avrebbe potuto portare dritto all’Eliseo.

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