RomaCeravamo tanto amati. Meno di un mese fa, quando gli anemometri di sinistra misuravano quel presunto vento del cambiamento pronti a registrarne la trasformazione in tempesta, e le star della sinistra televisiva meditavano lo sbarco a La7 in fuga dalla Rai del tiranno (ma da questa ben pagati fino al giorno prima), sul Fatto quotidiano era tutta una serenata per la rete televisiva di Telecom, con laccompagnamento di campane a morto per il duopolio Rai-Mediaset. Oggi che quel vento è stato derubricato a refolo; e che il governo Berlusconi sembra tenere e anzi rilanciare; e che nello sbarco a La7 tutti gli anchormen democratici hanno fatto naufragio; ebbene oggi lamore tra il giornale di Padellaro e Travaglio e il terzo polo televisivo frettolosamente promosso «tele-No Cav» sembra quanto meno in crisi.
Prendete il numero di sabato scorso del quotidiano di via Valadier. La sceneggiatura è già completa. Cè lassassino (il governo), la vittima (Santoro), il movente (bloccare lascesa di La7 come tv incontrollabile) e il complice (la stessa tv di Telecom, che rompe con il conduttore di Annozero per ringraziare il governo della sbianchettatura dalla finanziaria della norma che avrebbe sottratto allazienda di telecomunicazioni il monopolio della rete fisica dei cavi). Il giorno dopo, ieri, è Marco Travaglio, nel suo quotidiano - e spesso irresistibile - pezzo di spalla della prima, a ricostruire le vicende dellultimo mese accusando TiMedia di aver ceduto al ricatto del governo Berlusconi e ricordando che «Giovanni Stella, ad di TiMedia ed editore di La7, annunciava al Fatto: Uno o due tra Santoro, Gabanelli, Floris e Fazio verranno a La7. Era il 4 giugno. Oggi è il 3 luglio e non ne è arrivato nemmeno uno».
Eppure un mese fa era tutta unaltra aria. Non cera giorno in cui il quotidiano dalla testata rossa non descriveva le magnifiche sorti e progressive della Tv di Telecom. Prendete il 7 giugno: «Mentana lo annuncia al tg: La7 pronta al dream team», si esaltava il quotidiano nellapertura di pagina 3. E il giorno dopo, 8 giugno, i titoli si moltiplicavano: «E adesso vieni via con Fazio. Dopo Santoro un altro big rischia di lasciare viale Mazzini. Direzione La7», strillava pagina 6.
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