Altro che Rinascimento Napoletano, Napoli versa in condizioni gravissime

Sembra che Napoli, città d’arte e la sua periferia, si allontanino sempre più dall’Europa e si vadano a collocare tra le aree più sottosviluppate del mediterraneo. Il Rinascimento Napoletano, cavallo di battaglia del governatore Bassolino si rivela per quello che è: una bolla di sapone, una boutade elettorale che ormai non convince più nessuno. Di vero c’è solo una grande immondiziopoli. La dimostrazione di una politica che coltiva clientele, gestisce potere, si accorda con la criminalità e alla fine se la prende con i cittadini aumentando pure la tassa sulla spazzatura, tra la più care d’Italia. Insomma, una classe politica che malgrado amministri la Campania con maggioranze politiche bulgare, sia ormai del tutto incapace di fronteggiare la crisi della nettezza urbana. In ginocchio gli operatori del settore turistico. Nei Campi Flegrei, che dovrebbero vivere di turismo il comparto della ristorazione, spina dorsale dell’economia locale, rischia di saltare da un momento all’altro. E non si vedono all’orizzonte schiarite o provvedimenti capaci di liberare e ripulire la strada dal fetore. Rischiano di saltare migliaia di posti di lavoro, con alberghi e strutture ricettive ai limiti della resistenza. A questa grave situazione fa da contraltare il silenzio pressoché unanime del Palazzo.

Con una classe politica che ormai non sente nemmeno più il bisogno di giustificare le proprie responsabilità. Una classe politica che non decide che rimanda, che fa quadrato, affinché tutto rimanga come prima. Viene quasi il sospetto di trovarsi di fronte ad un regime che si va lentamente consolidando.

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