Altro che crisi tra Berlusconi e Bossi. È Fini che va a picco e scappa dalle imminenti elezioni. Il presidente della Camera ha messo le mani avanti: per il Fli- ha detto ieri - le amministrative non contano, appuntamento alle prossime politiche. E ci credo. I sondaggi, anche i più generosi, gli assegnano il due per cento. Un disastro per chi ha sciolto un partito, An, che valeva il dieci e che era poi stato il cofondatore del Pdl che di punti ne ha oltre trenta. Un’umiliazione per chi,come lui, si candidava a guidare il Paese con una nuova destra che esiste soltanto nella sua fantasia.
Il Terzo Polo insomma è già morto e sepolto, Fini e l'allegra compagnia dell' opposizione assomigliano sempre più alla definizione che Winston Churchill diede dei suoi colleghi «abili a prevedere quello che accadrà domani ma più abili a spiegare, poi, perché non è accaduto». E l'ultima, di una lunga serie di fesserie, era che il governo sarebbe caduto oggi sul voto per continuare la missione militare in Libia. Bossi il pacifista contro Berlusconi guerrafondaio. Delle tante panzane sentite in questi mesi è la più assurda. Il premier vuole uscire dalla guerra tanto quanto la Lega, e se avesse la certezza che bombe alleate hanno davvero ucciso il figlio e i nipotini di Gheddafi lo farebbe anche subito, alla faccia degli impegni e dei trattati internazionali. «L'Onu non ci ha dato il mandato di uccidere i bambini», si è sfogato il presidente del Consiglio con i suoi collaboratori nelle ultime ore.
Ma al di là del merito della questione, quello che non appare in discussione è l'asse Bossi-Berlusconi, il quale non necessariamente coincide con quello Lega- Pdl. Che tra i due partiti ci siano reciproci malumori e tensioni non è un mistero. Né cosa particolarmente grave in piena campagna elettorale. Ognuno tira acqua al proprio mulino. Eventuali conti saranno regolati a urne chiuse, in base ai risultati, in particolare quello per la riconferma di Letizia Moratti a sindaco di Milano.
Questa maggioranza, quindi, tiene anche in politica estera. La mozione che sarà approvata oggi in Parlamento è di buon senso. In sintesi l'Italia pone condizioni operative e temporali per l'operazione Libia e apre nuove possibilità di soluzione politica del caso.
Ma ieri è stata anche, tanto per cambiare, la giornata delle Procure, molto attive in fase elettorale. Quella di Milano ha indagato per vilipendio Roberto Lassini, il candidato consigliere dei manifesti pm-Br. È stato rispolverato un reato d'opinione d'altri tempi (codice Rocco) che non viene utilizzato quando la libertà di espressione colpisce altre istituzioni meno care alla magistratura. Pare che in questo paese gli unici a potere dire indisturbati cose in libertà siano i pentiti di mafia.
Ieri Giovanni Brusca, quello che sciolse un bambino nell'acido, ha deposto in un processo a Firenze dando una nuova, ennesima ricostruzione di fantomatici contatti tra mafia e Berlusconi all'inizio degli anni Novanta (questa volta ha coinvolto anche l'ex ministro Mancino). C'è da scommettere che Santoro ci farà su la puntata. Poi, tra un mese, come Fini in politica, ci spiegherà perché si era sbagliato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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