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«Gli ambulanti possono circolare» Alle 19 il Comune estrae la deroga

L’assessore Croci: «Niente eccezioni per il blocco». Poi Palazzo Marino precisa: «I veicoli degli operatori dei mercati sono di pubblica utilità, possono defluire». Giornata di super lavoro per i vigili

Un pasticcio. Dodici ore di stop alle auto inquinanti e quasi altrettante per capire chi ha davvero diritto a circolare durante il divieto. La prima giornata di blocco dalle 8 alle 20 dei veicoli pre-euro, i diesel più vecchi e i motorini a due tempi, ha messo in crisi prima di tutto la polizia municipale. «Nessuna deroga - aveva assicurato nei giorni scorsi il sindaco Letizia Moratti -, gli interessi generali devono prevalere su quelli di parte». Immediata la rivolta degli artigiani e degli ambulanti, in teoria «imprigionati» nei mercati fino allo scadere del blocco. Ieri, 50 ghisa sparsi sul territorio, allestite postazioni fisse in piazzale Cadorna, Loreto e Lagosta. Ma il comandante dei vigili Emiliano Bezzon, alla Commissione sicurezza riunita dal capogruppo della Lega Matteo Salvini alle 13, ha subito ammesso: «Ci sono problemi di applicazione pratica del provvedimento, che ha chiuso le “finestre” di circolazione». Il blocco infrasettimanale dei motori inquinanti già in vigore, imposto dalla Regione tra il primo novembre e il 31 marzo, infatti, prevedeva la libera circolazione tra le 12 e le 16, pensata proprio per favorire gli operatori dei mercati. «Attendiamo dal Comune il provvedimento interpretativo della norma», chiedeva Bezzon.
L’assessore ai Trasporti Edoardo Croci, da Bruxelles, puntualizza che «il Comune non concede deroghe, solo quelle già previste dalla legge regionale. Ad esempio, possono circolare i veicoli con a bordo almeno tre persone, un incentivo al car pooling». Ricorda che la stessa norma prevede il via libera «agli artigiani che devono prestare servizi di emergenza». I conti non tornano, però, se si torna al solito caso degli ambulanti. «È già previsto dal regolamento regionale - spiega Croci - che gli operatori dei mercati possano defluire verso la propria abitazione una volta terminato il lavoro». In serata arriva la precisazione del Comune: «Nessuna deroga - è l’imperativo -: i veicoli degli ambulanti sono da ritenersi servizi di pubblica utilità», dunque possono defluire verso casa, idem «i grossisti dell’ortomercato». Palazzo Marino precisa che l’esenzione riguarda solo «qualche centinaio di veicoli al giorno», eppure non vuol proprio farla passare come una concessione, uno strappo a quell’inflessibile «no alle deroghe». Perché, carta alla mano, il regolamento regionale non inserisce il caso degli operatori dei mercati tra i servizi di pubblica utilità. Lo cita puntualmente invece, e precisa che «i mezzi dei commercianti ambulanti» possono viaggiare «limitatamente al percorso strettamente necessario per raggiungere il proprio domicilio al termine dell’attività lavorativa», ma solo per il blocco totale del traffico, come le famose domeniche a piedi.

In quello parziale, dal lunedì al venerdì, non sta scritto. Non si sarebbe spiegata, altrimenti, la rivolta degli ambulanti. La conclusione è del leghista Salvini: «È un caos, sarebbe stato meglio chiarire bene prima chi ha il diritto o no di circolare».

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