Amnistia, Prodi gela Pannella & C. «La soluzione è l’indulto graduato»

Un freddo comunicato delude radicali e i socialisti: «Sull’argomento c’è già un accordo con Rutelli e Fassino»

da Roma

Tirato per la giacchetta, esortato dai radicali, bacchettato sonoramente dallo Sdi, Romano Prodi ha finalmente parlato dei temi portati avanti da «La Rosa nel pugno». Ma lo ha fatto senza citare la parola «amnistia». Accusato di essere tiepido in questi giorni perché non prendeva una posizione, il professore, attraverso il suo ufficio stampa, ha azionato una doccia gelata sulle aspettative di radicali e socialisti. Il comunicato dell’entourage prodiano è molto formale, una risposta secca a Enrico Boselli, che ha parlato di «un silenzio colpevole del Professore» e che sembra allontanare quella posizione univoca chiesa da Cesare Salvi da portare al tavolo giustizia dell’Unione in vista della stesura del programma: «Nelle scorse settimane - si legge nella nota di Prodi - il tema è stato oggetto di un confronto (il 14 dicembre scorso) tra i leader dell’Ulivo, Francesco Rutelli, Piero Fassino e lo stesso presidente Prodi. Al termine dell’incontro è stato diffuso con un comunicato un chiaro pronunciamento congiunto a favore della soluzione dell’indulto graduato, che rappresenta l’unica strada praticabile - si precisa nel comunicato dell’ufficio stampa - in vista di un miglioramento della grave situazione in cui versano le carceri italiane». Un problema, si aggiunge, «affrontato in sede di proposta di programma dell’Unione».
Le prime reazioni della sinistra più vicina ai temi della Rosa nel pugno non sono entusiaste. Il coordinatore dei Verdi Paolo Cento chiarisce: «La proposta di Ds e Margherita, ribadita oggi da Prodi come posizione dell'Ulivo, non è condivisa dai Verdi che la ritengono insufficiente e sostanzialmente inutile ad affrontare l'emergenza carceraria». Per un provvedimento più ampio «i Verdi insisteranno non solo nei prossimi giorni in vista dei lavori della commissione Giustizia». E in ogni caso, nel futuro Parlamento qualora l’Unione dovesse vincere le elezioni.
La Rosa è a pieno titolo nel centrosinistra, precisa Vannino Chiti, della segretaria Ds, ma «questo non vuol dire che se si pone un tema che non è nel programma di governo, come l’amnistia o la revisione del concordato, gli altri debbano mettersi sull’attenti». Bisogna dunque lavorare «senza sviluppare una polemica al giorno: così non si va da nessuna parte», avverte.
Prima dell’intervento di Prodi, l’esasperazione dei radicali era arrivata a livelli di guardia. La disattenzione verso la Rosa nel pugno «è un fatto politico grave», ha dichiarato il segretario, Daniele Capezzone. È «inspiegabile e assolutamente negativo» il «silenzio assoluto di Romano Prodi».

Il presidente dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio chiede intanto, a maggior ragione dopo l’intervento di Prodi, «un incontro della coalizione che affronti la questione» perché «serve qualcosa di più» per la «situazione drammatica» delle carceri.

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