Matteo Sacchi
da Milano
Continua ad aumentare la rabbia degli avvocati, che laltro ieri non sono stati ricevuti dal ministro Bersani. Nonostante la discesa a Roma di migliaia di togati e qualche tensione con le forze di polizia, per altro risolta in punta di codice, lunica risposta ottenuta è stata una fredda nota del ministero per lo Sviluppo. Poche frasi in cui si è precisato: il percorso delle riforme è ormai «incardinato», ciò che si poteva fare per accontentare le richieste della categoria è già stato fatto.
La linea dura del governo ha scatenato le reazioni immediate dei rappresentanti dellorganismo unitario dellavvocatura, a partire dal presidente Michelina Grillo: «Non hanno trovato nemmeno il tempo per riceverci, ma gli faremo cambiare idea».
Una volta sbollita la rabbia gli avvocati sono passati alle contromosse, sfruttando anche labitudine al contenzioso che altre categorie non hanno. Nella serata di venerdì le varie associazioni forensi hanno proclamato la prosecuzione dello sciopero a cui ieri hanno aderito quasi tutti i consigli regionali dellordine. Ci saranno così altri due giorni di astensione dal lavoro, il 25 e il 26 luglio, a cui ne seguiranno altri tre proclamati per il 18 settembre, sempre che Bersani non cambi rotta. Ma potrebbe essere solo linizio. Molti allinterno dellordine professionale stanno ventilando lidea di procedere con una protesta «bianca» che rischia di paralizzare sul lungo periodo le corti. Gli avvocati potrebbero, una volta tornati al lavoro, decidere di non svolgere più tutte quelle attività con cui suppliscono ai disservizi dellamministrazione giudiziaria. Attualmente, infatti, vengono incontro alle esigenze di giudici e clienti stilando i verbali dudienza, fornendo il materiale di cancelleria o, più banalmente, occupandosi delle fotocopie.
Lo scontro comunque non si svolge soltanto a colpi di astensione. Per non correre il rischio di essere sanzionati dalla Commissione di garanzia sugli scioperi, che ha già aperto procedimenti contro di loro e contro i tassisti, gli avvocati hanno provveduto a inviare a ministero e organi competenti una nota per giustificare, norma alla mano, la mobilitazione della prossima settimana.
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