«È vero che sono stato oggetto da parte della Guardia di Finanza di un controllo, ma questo riguarda il 2008, cioè da quando io risiedo nel Principato di Monaco». Così Filippo Pozzato, corridore impegnato in questi giorni nella Vuelta di Spagna, replica al comunicato delle Fiamme gialle che gli addebita unevasione di 2 milioni. «Inoltre smentisco in maniera categorica lentità della cifra che mi si contesta - aggiunge in una nota il vicentino del team Katusha -; rimango comunque molto sereno perché non cè nulla di fittizio: io abito veramente a Monaco dove tutti mi conoscono. Sono convinto di poter dimostrare la mia assoluta buona fede».
Il ciclista Filippo Pozzato è finito nel mirino della Guardia di Finanza di Vicenza per una presunta evasione fiscale. Laltleta è finito nella «black list» degli evasori per aver trasferito - secondo la Finanza - fittiziamente la propria residenza nel Principato di Monaco allo scopo di sottrarre a tassazione i redditi percepiti. La Gdf ha quantificato in circa 2 milioni la cifra che Pozzato dovrebbe versare allErario. Il trasferimento della residenza nel Principato sarebbe stato effettuato - riferiscono le Fiamme gialle - subito dopo la stipula di un contratto milionario con una squadra russa. Pozzato, di origine vicentina, dopo la promozione nel 2009 a campione dItalia in linea, ha riportato numerose vittorie, di cui una anche nellultimo Giro dItalia e due al recente Tour de France. «Pippo è assolutamente tranquillo e sereno, dato che è in grado di poter fornire spiegazioni e documenti che comprovano la sua piena correttezza e leffettività della sua residenza nel Principato di Monaco», spiega lavvocato Claudio Pasqualin, legale di Pozzato, il quale ribadisce che «si tratta di una verifica fiscale già nota e relativa al suo trasferimento a Montecarlo».
Sono molti i nomi noti, dello sport e non, finiti sotto esame da parte delle autorità tributarie. Uno su tutti, il campionissimo della MotoGp Valentino Rossi (con residenza a Londra) al quale il fisco italiano ha contestato 60 milioni di imponibile non dichiarato. Da ricordare poi le disavventure di Mario Cipollini, a cui non bastò la residenza Montecarlo. Lex campione del mondo di ciclismo fu così condannato a pagare in Italia le imposte su circa 1,6 milioni di redditi.
Nelle maglie del fisco alla fine degli anni 90 incappò anche Alberto Tomba. Linchiesta si risolse con lassoluzione, anche perché nel frattempo lo sciatore aveva provveduto a sanare tutti i suoi debiti col fisco, pari a 10 miliardi delle vecchie lire.
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