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Anche Clint Eastwood aiuta Mediaset a battere la Rai

Eh sì, Clint Eastwood non ha proprio età

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Eh sì, Clint Eastwood non ha proprio età. L'altro ieri sera, al centesimo passaggio in tv, il suo ispettore Callaghan (Una 44 Magnum per) ha raccolto quasi 681mila spettatori, con il 3,9 per cento di share. Sono numeri alti per una rete relativamente piccola come Iris. E confermano il trend positivo dei canali tematici di Mediaset (da Iris a Focus al 20 a Cine34) che veleggiano tra il 9 e il 12 per cento di share in prima serata (l'altro ieri il 13). Reti che hanno contribuito, insieme alle sorelle maggiori, a superare gli ascolti della Rai in questo inizio di stagione autunnale. Non per nulla, i vertici dell'azienda di Stato precisano che nel confronto sovrapponibile (cioè Raiuno, Raidue e Raitre versus Canale 5, Italia Uno e Rete 4) la tv pubblica resta in testa. La ragione sta da entrambe le parti (anche se bisogna ricordare che il confronto si è sempre fatto sul totale complessivo), ma quel che è interessante sottolineare è che il pubblico che non si può permettere di pagare le pay tv va sempre più a cercare i programmi che gli interessano nei numeri alti del telecomando digitale. Per parte Rai, al di là del confronto con Mediaset, la questione si fa sempre più seria. La flessione degli ascolti non è nemmeno del tutto imputabile ai flop dei nuovi programmi (quelli di Insegno, De Girolamo, Max Giusti e Bianca Guaccero) o all'esodo verso Fazio sul Nove che incidono poco sui numeri complessivi, ma a una emorragia generale (oltreché fisiologica).

E, dunque, urge - come assicura l'ad Roberto Sergio - un'inversione di marcia nei prossimi mesi.

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