da Roma
Si fa un torto a Marco Follini, quando si pensa - come hanno fatto molti esponenti del centrosinistra - «ma che ci fa ancora lì? perché non sta già con noi?». Domande un po pelose, visto che la strategia del leader centrista segue da tempo lo stesso binario. Resistere resistere resistere. Come ebbe a dire Craxi quando conquistò la segreteria dellasfittico Psi demartiniano, «primum vivere». Tener duro per incassare, prima o poi, i voti centristi e legemonia del centrodestra. Altro che strapuntino alla Mastella o vice-reggenza di Rutelli. Follini gioca in grande perché ha studiato il grande partito che fu la Dc. Molti difetti si potranno attribuire al capo dellUdc, ma quello di essere intimamente ambiziosissimo (e dunque politicamente spietato) li fa sbiadire tutti. Potendosi però tramutare in pregio, come sanno le volpi democristiane che si godevano lo spettacolo in tribuna.
Bene hanno recepito Cossiga & C., ma anche Berlusconi e DAlema: lazzardo folliniano è quello di puntare sul tramonto di una stagione politica, interpretando il ruolo del killer prima che qualcuno possa chiamarlo a risponderne assieme agli altri. Certo, Follini conosce e utilizza il linguaggio dellantica politica. Ma anche il presidente dei Ds, DAlema, conosce il codice linguistico e difatti ieri è tornato a segnalare il punto debole di quellazzardo, ma anche la potenziale pericolosità folliniana. «Follini ha parlato un po come osservatore delle cose della politica, mentre lui è leader di uno dei partiti di governo, quindi forse avrebbe dovuto prendersi anche qualcuna delle responsabilità». La stessa accusa, sotto forma di delusione e amarezza, è stata sottoscritta da Silvio Berlusconi.
Già, Follini dovera in questi quattro anni? È una domanda che non vale per il futuro, però. Nei prossimi anni Follini starà nella solita trincea, sicuro che la politica andrà a lui e non viceversa. DAlema difatti non nutre illusione alcuna. «Follini continua ad avere unidea sbagliata del centro, cioè che il centro sia alternativo alla sinistra. Non è così nei sistemi bipolari dove il centro si divide, e così è stato in Italia. Follini si è alleato alla destra per essere alternativo alla sinistra, e parte del centro si alleato alla sinistra. Non è così nelle tradizioni democristiane e degasperiane: De Gasperi parlava di Dc come partito di centro che guardava a sinistra». DAlema finge di non ricordare che in verità la Dc guardò a sinistra solo quando costretta, e per frenare lavanzata della sinistra. Usciti dal dopoguerra, così fu nel primo centrosinistra, così nel «compromesso storico». Proprio linventore di quelle formule, Aldo Moro, continua a essere il vate ispiratore dellazione folliniana.
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